esperienze

Avellino

L’Abbraccio

Centro per le famiglie

Abbiamo bisogno di 4 abbracci al giorno per sopravvivere.
Abbiamo bisogno di 8 abbracci al giorno per nutrirci.
Abbiamo bisogno di 12 abbracci al giorno per crescere.

Virginia Satir

 

La stabilità della famiglia, ambito privilegiato in cui ogni persona impara a dare e ricevere amore, è oggi particolarmente a rischio. Papa Francesco ha detto: “La famiglia ha bisogno della stabilità e riconoscibilità dei legami reciproci, per dispiegare pienamente il suo insostituibile compito e realizzare la sua missione. Mentre mette a disposizione della società le sue energie, essa chiede di essere apprezzata, valorizzata e tutelata”. “Al centro delle speranze e delle difficoltà sociali c’è la famiglia. Con rinnovata convinzione, la Chiesa, continua a promuovere l’impegno di tutti, singoli ed istituzioni, per il sostegno alla famiglia, che è il luogo primario in cui si forma e cresce l’essere umano, in cui si apprendono i valori e gli esempi che li rendono credibili”

Finalità

L’avvio del Centro per le famiglie L’Abbraccio, si pone a supporto della “normalità”, fuori dai contesti assistenziali e la messa in campo di nuove opportunità sul terreno della promozionalità attiva. L’iniziativa nasce dalla convinzione che non si debba più porre lo sguardo esclusivamente sulle situazioni di disagio conclamato e lampante, ma che sia necessario tentare una più ambiziosa promozione di occasioni di benessere sociale diffuso. Il Centro per le Famiglie può essere una risorsa a forte caratterizzazione preventiva per sostenere le famiglie con figli, comprese quelle che si stanno separando o si sono separate e per promuovere e sostenere l’affido e il volontariato familiare e più in generale il self-help. 

Destinatari

Il Centro è rivolto alle famiglie residenti nei comuni della Diocesi ed in particolare a quelle con figli minori, alle famiglie monoparentali, alle giovani coppie e alle famiglie di recente immigrazione e a tutti quei nuclei che si trovano ad affrontare difficoltà temporanee o che desiderano approfondire determinati aspetti legati alla famiglia. 

Modalità di intervento

Gli interventi offerti sono differenziati per competenza professionale, ma accomunati dall’obiettivo di supportare e sostenere il sistema familiare nel fronteggiare gli eventi critici, più o meno attesi e prevedibili, che punteggiano il suo ciclo di vita. 

Soggetti coinvolti

La Diocesi per sostenere la famiglia opera essenzialmente attraverso l’attività della Caritas e dell’Ufficio di Pastorale Familiare, entrambi strutturati attraverso sportelli e Centri di Ascolto diocesani e foraniali.

Elemento caratteristico del progetto L’Abbraccio è il raccordo e l’integrazione, in particolare con i servizi pastorali propri (Centri di Ascolto, Laboratorio e Osservatorio, sportelli Ufficio Famiglia), con la cooperativa sociale La Goccia, operante nel campo del disagio familiare e minorile, e poi con gli operatori dei Servizi Sociali pubblici e privati.

Punti di forza

Si ritiene che l’iniziativa possa vantarsi di due punti di forza, la rete tra servizi già operanti e il coinvolgimento attivo delle famiglie stesse.

Vedere più figure, più servizi collegati tra loro per il ben-essere dei minori e della famiglia è una conquista preziosa, che caratterizza il nostro lavoro. Questa fattiva collaborazione è l’elemento decisivo che permette di sviluppare un approccio centrato sulla costruzione del nuovo e non sul rattoppamento del vecchio, vale a dire permette di progettare un servizio capace di agire anche in direzione preventiva. Il Centro per la Famiglia non intende superare le esperienze pregresse, ma le ingloba e li fa diventare parte di un ventaglio più ampio di possibilità offerto a tutte le famiglie del territorio.

L’elemento comune alle diverse proposte di attività offerte è il riconoscimento, accanto alle fragilità, delle risorse  e delle competenze che ogni famiglia può mettere in gioco, sia al proprio interno che al proprio esterno. Il centro si pone come luogo aperto dove trovare lo spazio idoneo per confrontarsi ed elaborare strategie di comportamento insieme ai professionisti che, in qualità di “animatori di educazione familiare”, mirano a supportare la famiglia.

Frutti sul territorio

Tale iniziativa mira ad un cambiamento significativo favorendo la nascita di un progetto più appropriato alle esigenze del territorio diocesano, capace di accogliere una domanda sociale, quella delle famiglie in crisi, inevasa e sempre più in espansione che attiene all’area della genitorialità e al rapporto di coppia.

Gli obiettivi prevalenti che il Centro si propone di perseguire sono:

  • offrire alle famiglie, alle coppie ed ai singoli un luogo di ascolto e accoglienza;
  • sostenere sul piano psico-sociale i nuclei familiari in modo particolare quelli problematici;
  • supportare la risoluzione dei conflitti familiari;
  • favorire l’autonomia dei singoli, delle coppie e dei nuclei familiari;
  • favorire il dialogo tra generazioni;
  • sostenere la genitorialità, anche adottiva;
  • promuovere la cultura della solidarietà e dell’accoglienza familiare

Criticità

Nell’attuare gli interventi precedenti, si è sperimentato che le modalità tradizionali di lavoro (delega, frammentazione degli interventi, divisione di segmenti di lavoro) erano totalmente fallimentari, mentre è divenuto sempre più essenziale il lavoro di rete: per poter disporre di strumenti appropriati ed anche per sostenere la fatica di un lavoro a così alta esposizione relazionale. 

Proposte per superamento criticità

È emersa l’esigenza di integrare e potenziare l’esperienza dei gruppi di auto-mutuo aiuto e delle famiglie solidali con la creazione di nuovi servizi per la famiglia che possano diventare il punto di riferimento iniziale per le problematiche relative alla crisi di coppia e alle conseguenze che tali crisi comportano (ruoli genitoriali, educazione dei figli, gestione economica, divorzi…). C’è la necessità di evitare la frammentarietà delle informazioni e soprattutto offrire a persone che si trovano in situazioni di “fragilità” un “accompagnamento” ai servizi presenti sul territorio (consultori ASL, servizi sociali comunali, agenzie educative…) attraverso canali privilegiati predefiniti e sostegno psico-sociale fornito da professionisti competenti e motivati.

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