esperienze

Castellaneta

RES… per starti accanto

Associazione di Volontariato Onlus “RES-Una presenza accanto”

L’impegno rivolto alle persone disabili presso la Diocesi di Castellaneta (TA) nasce nella Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Massafra in provincia di Taranto. Agli inizi degli anni ’80, attraverso la Caritas, si ritiene di dare la priorità all’accoglienza dei disabili mettendo in primo piano il valore autentico e incondizionato della persona.

Dopo le prime resistenze, grazie ad un dialogo autentico tra volontari e genitori, le persone disabili iniziano ad approdare in parrocchia, per vivere momenti di gioia attraverso la promozione di alcune iniziative.

Dopo alcuni anni di esperienze vissute con difficoltà, ma anche con impegno e responsabilità, all’inizio dell’anno sociale 1992-93 si organizza una giornata di sensibilizzazione al volontariato. Si cerca di mettere a fuoco la reale finalità della Caritas: “l’impegno pedagogico per aiutare la comunità a passare da una carità ridotta all’elemosina, vissuta individualmente e assistenziale, ad una carità caratterizzata da una promozione umana che si concretizza nei fatti e vissuta a livello comunitario”.

Nell’anno 1997 si giunge alla costituzione giuridica di un’Associazione di Volontariato denominata RES (Risposte – Esperienze – Servizio ): Risposte ai bisogni degli ultimi; Esperienze da vivere insieme: volontari, disabili e genitori; Servizio che nasce dall’ascolto della Parola di Dio. Tale associazione, nella sua unicità in tutta la diocesi di Castellaneta, si pone come il naturale sviluppo del volontariato preesistente e va vista come espressione dell’azione meravigliosa di Dio che agisce nella storia a vantaggio dei più deboli.

Nell’anno 2001 si mette mano ad un nuovo statuto che consente alla RES di essere inserita nel registro delle associazioni ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) e nella circostanza, grazie alla collaborazione del prof. don Giuseppe Morante (docente di Metodologia Catechistica e Pedagogia speciale presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione del Pontificio Ateneo Salesiano),  alla denominazione RES viene aggiunto il messaggio “Una presenza accanto” che intende rimarcare l’indissolubilità della relazione tra volontario e disabile caratterizzata dalla diversità di ognuno che diventa ricchezza per l’altro.

Il 26 aprile 2006 viene inaugurata ufficialmente l’Associazione RES – Una presenza accanto.

Campo di intervento

L’impegno dell’Associazione RES è quello di ridonare ai disabili la speranza attraverso un’accoglienza autentica in grado di promuovere rapporti relazionali significativi con una connotazione simmetrica/asimmetrica e, nello stesso tempo, attraverso la personalizzazione, che implica un incontro personale in cui viene privilegiata l’attenzione al dono che ciascuno rappresenta.

Soggetti coinvolti nell’iniziativa

I soggetti coinvolti nell’iniziativa sono i volontari dell’Associazione, professionisti, gruppi, ente locale e altre Associazioni.

  • I volontari sono 41 in totale: 7 giovani, 8 adulti non oltre i 33 anni e 26 adulti fino a 60 anni. Nel gruppo sono presenti anche 9 coppie sposate che vivono insieme l’esperienza di servizio;
  • i professionisti, grazie alla loro competenza, garantiscono maggiore qualità all’azione educativa che si realizza attraverso le attività di teatro integrato, pet therapy, giardinaggio, arte creativa. Essi sono rappresentati da 1 pedagogista/formatore per la progettazione e il coordinamento pedagogico delle attività educative e per la formazione dei volontari, 2 educatrici professionali, 1 educatrice cinofila, 1 animatrice teatrale, 1 assistente alla comunicazione, 1 musicoterapeuta e 1 agronomo;
  • i gruppi che maggiormente interagiscono con l’Associazione sono gli Scouts nei momenti di animazione, i giovani ministranti per l’accompagnamento dei ragazzi al servizio sull’altare e il coro parrocchiale per l’integrazione al canto;
  • le Istituzioni, in particolare l’ente locale, intervengono a sostegno soprattutto per rendere maggiormente visibile l’autenticità del servizio fornito dall’Associazione. Altre associazioni, invece, intervengono soprattutto come partners nella promozione di eventi che hanno la finalità di far crescere la cultura della diversità sul territorio.
  • Tra i volontari è presente un’èquipe di 6 catechiste che consente un servizio di accompagnamento nella fede, attraverso percorsi di catechesi speciale, rivolto sia ai disabili che alle loro famiglie.

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti

I soggetti destinatari del servizio sono le persone disabili della Diocesi di Castellaneta appartenenti alle 4 principali categorie di handicap (motoria, intellettiva, sensoriale e psichica) dai 18 anni in poi.

La finalità primaria dell’Associazione è quella di contribuire alla costruzione dell’identità della persona attraverso l’espressività intesa come crescita e sviluppo sia dal punto di vista relazionale che dalla percezione di sé. Quindi ci proponiamo di:

  1. curare la crescita spirituale dei propri membri;
  2. promuovere l’integrazione dei disabili e delle loro famiglie;
  3. favorire il mutuo sostegno tra le famiglie con componenti disabili;
  4. promuovere attività educative, didattiche, ricreative e attività di catechesi ai disabili e alle loro famiglie;
  5. organizzare convegni, seminari e ritiri spirituali per la formazione e l’aggiornamento dei volontari.L’accoglienza concretamente si realizza attraverso un incontro autentico con i disabili e le loro famiglie che avviene nei giorni di venerdi (attività di musicoterapia), sabato e domenica (attività di teatro integrato, giardinaggio, arte creativa e pet therapy). La domenica, subito dopo le attività, è prevista la partecipazione alla Santa Messa da vivere insieme a tutta la comunità.
  6. Durante l’anno sociale sono previsti i seguenti incontri:
  7. L’obiettivo è quello di maturare un volontariato accogliente in controcorrente con lo stile borghese, consumistico e edonistico dominante nella società moderna. Il metodo si basa su un approccio che rivaluta sia gli aspetti emozionali, affettivi, cognitivi, relazionali della persona, sia la stimolazione fisica, soprattutto verso disabili che vivono in contesti particolarmente poveri di sollecitazioni. Gli strumenti adottati sono l’ascolto, l’osservazione e il diario di bordo.
  • 1 ritiro spirituale
  • incontro mensile di formazione spirituale per tutti i volontari e i professionisti dell’Associazione;
  • riunione mensile;
  • 3 incontri di catechesi speciale rivolti ai disabili e i loro genitori.

Frutti sul territorio

L’esperienza vissuta ha avuto e ha tutt’ora un ruolo fondamentale per la crescita personale e comunitaria dei membri dell’Associazione: volontari, disabili e loro genitori. Ha consentito, inoltre, in rete con le istituzioni e altre associazioni, di promuovere la cultura della diversità su tutto il territorio diocesano attraverso la realizzazione di convegni, seminari ed altre iniziative di sensibilizzazione.

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

Alcune volte si manifestano delle difficoltà nell’interpretare il servizio. Si tende, infatti, a ritenere i disabili persone oggetto di soli diritti e attenzioni anziché soggetti attivi e responsabili capaci di dare testimonianza grazie alla loro profondità. Altre difficoltà emergono anche sul piano educativo/comunicazionale. Durante la socializzazione, alcune volte, non si tiene conto che per leggere i bisogni dell’altro sia necessaria una vera e propria relazione di immedesimazione che si sviluppa solo attraverso un rapporto empatico.

Criticità si riscontrano anche nell’inclusione dei disabili nella vita comunitaria. Forse perché è ben salda la convinzione che la cura spirituale e socio-educativa dei disabili debba essere demandata ad aggregazioni che esercitano il loro carisma al servizio specifico. Questo avviene pur sapendo che i vari disabili costituiscono il 14,5 % circa della popolazione globale.

Eventuali proposte per superare il nodo problematico

Per superare il nodo problematico a favore di un servizio autentico è fondamentale la centralità della formazione. Una formazione pedagogica/spirituale, cioè, capace di aiutare i fedeli più sensibili a svolgere azioni pastorali più creative, ovvero come:

  1. conoscere le persone disabili presenti sul territorio;
  2. riconoscere le categorie di disabilità per eventuali interventi educativi personalizzati;
  3. accogliere e rivolgere l’attenzione alle loro famiglie;
  4. valorizzare i loro carismi;
  5. superare la mentalità assistenzialistica;
  6. offrire ai disabili e alle loro famiglie la possibilità di accedere alla catechesi;
  7. trasformare le parole e i gesti dell’Eucaristia e dei sacramenti per renderli facilmente accessibili;
  8. realizzare l’inclusione dei disabili in ogni rapporto abituale tra persone.
  9. Inoltre, ai fini della piena inclusione dei disabili nella comunità, la pastorale deve interpellare ogni categoria di credenti e non cercare di demandare la soluzione ai soli specialisti. È necessario pertanto orientarsi verso una prospettiva di coinvolgimento attraverso interventi di sensibilizzazione.

Riflessioni conclusive e prospettive

L’associazione di volontariato RES può essere ritenuta un esempio che ha vogato sempre controcorrente rispetto all’attuale cultura e continuerà a farlo affinché si possa giungere ad un impegno di tutti a vincere la tentazione della commiserazione e si scopra che ogni persona disabile ha le sue possibilità e potrà contribuire, con la sua diversità, ad arricchire l’esperienza di tutte le persone che avranno il desiderio, la convinzione e la motivazione giusta per entrare in relazione con loro.

Questo deve essere fatto affinché si possa giungere un giorno a non parlare più di integrazione, ma di diversità intesa come espressione positiva del proprio essere persona a prescindere dalle problematiche biologiche di ognuno.

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