esperienze

Cerignola - Ascoli Satriano

Gli invisibili di Tre Titoli

Servizio e prossimità alla Parrocchia San Trifone Martire

Nel cammino della nostra comunità parrocchiale siamo venuti alcuni anni fa a conoscenza di una realtà dove sussistono disuguaglianze causate da povertà, paura della diversità, abbandono e solitudine.

Nel periodo dell’Avvento del 2011, durante il percorso di formazione alla Carità, dell’Azione Cattolica Parrocchiale, suor Paola Palmieri delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, ci ha presentato la triste realtà degli abitanti della borgata di “Tre Titoli”.

Questa località, un tempo fiorente e oggi abbandonata, posta a 13 km dalla città di Cerignola, presenta una grande eterogeneità di etnie provenienti da diverse nazioni africane quali Senegal, Congo, Tunisia, Ghana, Togo, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Nigeria e Niger.

Le condizioni igieniche sono particolarmente precarie e il rischio sanitario elevatissimo, sia per il contesto circostante, sia per gli immigrati che vivono in una vera e propria emergenza, sia sotto l’aspetto umanitario che sotto l’aspetto igienico.

In questo contesto, le Figlie della Carità, chiamate ad operare da S.E. il Vescovo mons. Felice di Molfetta, non hanno mai smesso di interrogarsi sul bisogno di questi fratelli in difficoltà, ispirate dal messaggio del Vescovo “Così si ama” ed è iniziata così un’esperienza di Servizio e di Prossimità a questi nostri fratelli attraverso il gruppo FSE Scout “Cerignola 2 – San Michele” ed il gruppo di Azione Cattolica.

Nel periodo di Quaresima del 2012 è stato intrapreso un percorso di evangelizzazione, secondo il modello pastorale del Sudafrica  del Lumko Institute,  coinvolgendo sempre più la nostra Comunità Parrocchiale. Momento culminante è stata la celebrazione della prima Via Crucis. Tutti attendevano questo momento di preghiera ed è stato commovente vedere i giovani, assieme a donne e bambini, correre incontro alla Croce che ha accompagnato la Via Crucis, vestiti a festa, dopo una giornata di duro lavoro nei campi. L’incontro è stato segnato dalla preghiera, dall’amore per il prossimo e dal donarsi agli altri senza pretendere nulla in cambio.

Da quel momento la nostra comunità parrocchiale si è attivata in un percorso per raggiungere l’integrazione e dare visibilità a questi nostri fratelli.

Alla preghiera e alla catechesi settimanale, si sono aggiunti momenti comunitari miranti alla promozione umana di questi nostri fratelli; la partecipazione ai “momenti forti” indicati dall’anno liturgico, sono diventati un tutt’uno con le celebrazioni comunitarie parrocchiali arricchiti da canti africani.

Riprendendo la magnifica espressione dell’Esortazione Evangelii Nuntiandi, possiamo affermare che anche per la nostre comunità parrocchiale avanza la consapevolezza che “evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della chiesa, la sua identità più profonda”.

Il percorso di evangelizzazione ha suscitato il desiderio di accogliere la proposta cristiana e alcuni di loro, non credenti e musulmani, hanno manifestato il desiderio di ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana e sono stati ammessi al catecumenato, con incontri regolari di catechesi tenutisi in parrocchia e a “Tre Titoli”.

Dopo aver ricevuto il primo annunzio del Dio vivente, hanno raggiunto una fede iniziale in Cristo Salvatore. I presupposti sono stati una prima evangelizzazione e un inizio di conversione e di fede, il senso della Chiesa e incontri preliminari con il sacerdote, attraverso anche una comunicazione in lingua inglese, o con alcuni membri della comunità dei volontari e dei religiosi, nonché una preparazione per l’ ammissione al Catecumenato degli Adulti seguendo il «Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti» della C.E.I.

Sono state organizzate, presso il centro sportivo parrocchiale “San Trifone” dell’Oratorio “Giovanni Paolo II, partite di calcio , occasioni di aggregazione e di socializzazione con gli abitanti del Quartiere Fornaci e con altre Associazioni e Movimenti del territorio.

A seguire momenti di fraternità con le Cene della Solidarietà, organizzate dalla Caritas parrocchiale, dove le donne africane hanno valorizzato le loro tradizioni, preparando piatti tipici dei loro paesi d’origine per una “convivialità delle differenze”.

Emozionanti sono state, per i giovani immigrati e quelli della parrocchia, le partecipazioni alle “Giornate diocesane della Gioventù”. Indimenticabile resterà nei cuori di tutti l’incontro del 12 aprile 2014, vigilia delle Palme, nella borgata di “Tre Titoli”, che per la prima volta ha ospitato la prima “Festa diocesana dei giovani di Azione Cattolica” ed è stata il centro di attenzione di chi dalla città l’ha raggiunta, prima spinto dalla curiosità e poi coinvolto dalla forza liberante del brano evangelico delle Beatitudini “Beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli”.

Attraverso le loro testimonianze, al di là della razza, colore e lingua, tutti i giovani hanno riconosciuto il diritto di vivere la loro età come un tempo prezioso e nella consapevolezza che la vita deve essere rispettata integralmente e può diventare un dono da condividere.

In occasione della Festa dell’Albero 2013, contro lo sfruttamento cieco del creato come bene comune (Ecologia del Creato), è stata organizzata tra l’altro la piantumazione di un cipresso nel Cimitero Cittadino di Cerignola in memoria di tutti gli immigrati morti, tra cui quattro della comunità di “Tre Titoli”,  molto spesso dimenticati anche nella loro pietà di seppellire i propri fratelli e sorelle (Ecologia Umana e delle Relazioni).

In questa realtà, attualmente, si è voluto attivare a supporto del lavoro di Promozione Umana un servizio di rete che lavora in sinergia per affrontare le diverse problematiche offrendo le proprie competenze: Avvocati di Strada, Emergency, esperti in materia di “tratta delle donne”, Asl e Legambiente.

Tutto questo rappresenta un attenzione della carità che si contraddistingue  nel raggiungere, con amore e generosità, un unico obiettivo: donare a questi nostri fratelli un sorriso e riscoprire quella dignità di esseri umani che ci accomuna e che niente e nessuno può sminuire anzi va tutelata, difesa e promossa.

Questa vuole essere una presenza che illumina l’umano e aiuta a crescere in umanità. Un esperienza che vuole essere dono che si desidera condividere per un cammino di crescita comune ecclesiale.

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