esperienze

Cerreto Sannita - Telese - Sant'Agata De' Goti

Il Sinodo dei giovani

Un impulso alla trasmissione del Vangelo

Al termine della prima visita pastorale di S. E. Mons. Michele De Rosa (8 marzo 2003 – 30 maggio 2007), avendo incontrato tanti giovani e tenendo conto che da anni l’attenzione della Chiesa è puntata sulle giovani generazioni, come le GMG e l’Agorà dei giovani italiani, il vescovo  si confrontò con gli organismi diocesani e decise di celebrare un sinodo con i giovani e per i giovani. Lo scopo fu quello di individuare un progetto condiviso di pastorale giovanile per rispondere  all’esigenza di comunicare il Vangelo ai giovani. In un contesto ecclesiale avvertito dai giovani più vicino, familiare, accogliente, entusiasmante e impegnativo, l’annuncio deve accogliere le sfide e le risorse della realtà contemporanea nella quale siamo immersi.

Fu costituita una segreteria generale con quattro settori operativi: liturgia e canti; pubbliche relazioni; stampa, grafica e fotografia; studi e ricerca. Fu nominato segretario il sacerdote responsabile della pastorale giovanile diocesana, coadiuvato da altri nove sacerdoti, quasi tutti giovani, e da ventidue giovani laici (13 uomini e 9 donne).

La segreteria come primo impegno individuò le tematiche da approfondire nelle varie fasi sinodali. Gli argomenti scelti diedero vita a commissioni di studio, presiedute da un sacerdote: 1. Giovani e Chiesa; 2. Giovani e spiritualità-liturgia-comunione; 3. Giovani e catechesi; 4. Giovani e famiglia; 5. Giovani e disagio; 6. Giovani e spazi di creatività – tempo libero; 7. Giovani e scuola; 8. Giovani e università; 9. Giovani e luoghi/spazi d’incontro e di formazione – associazionismo; 10. Giovani e carità-volontariato – missione; 11. Giovani e impegno sociale – lavoro; 12. Giovani e politica.

In questa fase iniziale ha avuto una particolare importanza l’VIII Convegno Pastorale Diocesano (settembre 2007): “La condizione giovanile oggi”. Tenne la relazione base Don Tonino Palmese, docente di pastorale giovanile e vice presidente di “Libera”.

Il 28 novembre successivo, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai membri delle commissioni sinodali fu offerta un sostanziosa relazione su:  “Il sinodo diocesano teologia e struttura”.

Domenica 9 marzo 2008, nella Cattedrale, ore 17,30, fu aperto il Primo Sinodo Diocesano dei Giovani e fu conferito ufficialmente il mandato alla segreteria generale e alle commissioni sinodali.

Veniva attivato contestualmente  anche uno blog sul sito internet diocesano, veniva indetto “CammINNO giovani”, un concorso per l’inno del sinodo, e veniva aperta un’indagine sociologica, affidata ad un qualificato istituto di ricerche sui giovani della Diocesi.

Anche il IX Convegno Pastorale Diocesano (settembre 2008) costituì un importante momento di riflessione sinodale da parte di tutte le rappresentanze qualificate della Diocesi. Il tema fu : «“…Inviati ad annunciare il Regno di Dio…”- La missione si fa sinodo». È intervenuto Mons. Agostino Superbo, arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, e Don Antonio Mastantuono, docente di teologia Pastorale PFTIM “S.Luigi” Napoli.

L’intenso lavoro delle commissioni veniva raggruppato in quattro aree: giovani e fede, giovani e relazioni, giovani e cultura, giovani e impegno. Veniva delineato così una sorta di percorso formativo: dall’incontro con Gesù e con la Chiesa, passando attraverso le relazioni quotidiane,  si arriva all’impegno culturale e sociale.

Si poteva iniziare, il 23 novembre 2008, solennità di N.S. Gesù Cristo Re dell’Universo, la fase parrocchiale de “Il Sinodo dei Giovani”.

I destinatari di questa fase furono tutti i giovani dai 17 ai 35 anni presenti sul  territorio di ogni parrocchia. Si fece un lavoro capillare, interessando anche le istituzioni (comuni, scuole…).

Gli incontri ebbero lo scopo di provocare le riflessioni sugli argomenti preparati dalle commissioni.  Tutti gli interventi furono sintetizzati e comunicati alla segreteria generale  per formulare lo schema su cui discutere nella fase finale del Sinodo.

Per tutto il 2009 le parrocchie cercarono di incontrare i giovani, molte volte lì dove si lasciavano trovare: circoli sportivi, culturali e ricreativi, nelle case, bar, pub, pizzerie… Molti giovani si sono messi a servizio di altri giovani. Fu come una missione e un ascolto permanente.

Venerdì 29 maggio 2009, nelle Terme di Telese (BN), si tenne la finale del concorso musicale. Vinse un gruppo folkloristico di Frasso Telesino (BN), “I Multietnica”, con l’inno: “Camminando cantando”, una interpretazione poetica e canora dell’invio dei settantadue discepoli (Cfr. Lc 10,1-12 .17-20), icona evangelica scelta per tutta la celebrazione sinodale.  Il concorso mosse la creatività di tantissimi giovani soprattutto nel territorio diocesano.

Il X Convegno Pastorale Diocesano (settembre 2009) rivolse la sua attenzione ancora ai giovani: “Educare oggi…come e perché. Quale il ruolo dei giovani: una sfida, una proposta”. Intervenne S.E. Mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e assistente nazionale di AC.

Nel 2010, la segreteria generale, tenendo conto degli apporti parrocchiali, preparò lo schema per la discussione finale.

L’XI Convegno Pastorale Diocesano (settembre 2010) si inserì ancora nel cammino sinodale, trattando: “L’educazione dei giovani negli orientamenti pastorali del prossimo decennio”. Tenne la relazione fondamentale il Prof. Franco Miano, presidente nazionale di AC.

Frattanto la ricerca “I giovani tra identità territoriale e prospettiva per il futuro”, giungeva a termine. I risultati, nelle linee generali, furono  presentati durante il convegno.

Rifacendosi proprio a questi risultati il Vescovo così scrisse a tutta la diocesi : «La Diocesi per poter fondare i suoi orientamenti pastorali su basi solide,  ha commissionato una ricerca sulla religiosità giovanile dal titolo “I giovani tra identità territoriale e prospettiva per il futuro” i cui risultati, nelle linee generali, sono stati presentati durante il convegno. Secondo la ricerca la crisi generale nella cultura, nell’economia, nella politica si riflette in modo drammatico nelle prospettive del mondo giovanile: prospettive rivolte al futuro ma vissute al presente. A questo proposito bisogna sottolineare che una fascia sempre più consistente di giovani sembra affetto da “sindrome di destrutturazione temporale” per cui il presente non comprende più in sé l’esperienza del passato né la progettualità del futuro: questa generazione sembra vivere il suo tempo come una sequenza accelerata di momenti dell’oblio e del lasciar vivere. Il giovane tipo che è emerso dall’indagine è il  “bravo” giovane ma “dormiente”. Come se i giovani vivessero in un limbo. Hanno poca dinamicità e creatività, poca capacità di prendere iniziative per essere protagonisti delle trasformazioni  sociali ed emanciparsi dalla famiglia di origine. Nell’analisi dei dati ritorna spesso il discorso dell’interiorità come espressione dell’esperienza religiosa. Il dato dell’interiorità  – della riflessione, della meditazione, ma anche di una preghiera personale  – nell’ambito della sperimentazione della religiosità, si va diffondendo. Ed è in questa situazione che possono assumere un’importanza determinante i luoghi di formazione che la Chiesa offre attraverso i momenti di crescita personale, senza conformarsi alle mode correnti ma sviluppando un pensiero creativo ed aderente al giovane “reale” e non “ideale”. La comunità cristiana deve accogliere i giovani innanzitutto come  “risorsa creativa” e non come esseri incapaci, aiutarli a realizzare nuovi progetti. I giovani sono il domani della Chiesa, oltre che il domani della società, e sono il soggetto e l’oggetto primo della pastorale. Per renderli “protagonisti” occorre dare loro fiducia, camminare discretamente con loro, come fece Gesù con i discepoli di Emmaus, e far riscoprire Cristo che è già presente in loro quando si fanno domande sul senso pieno dell’esistenza. La Parola di Dio, da questo punto di vista, è fondamentale perché scava profondamente nella loro esistenza e stimola i giovani a farsi domande sul proprio stile di vita messo a confronto con quello di Gesù. L’attenzione deve concentrasi sulla cura paziente e amichevole dei piccoli numeri  e proporre loro un cammino  più serio fondato sulla Parola di Dio. Tale cura non deve essere delegata esclusivamente al parroco che, per motivi oggettivi, non può fare tutto da solo. E bene che i laici aiutino le famiglie appena formate attraverso gesti semplici e vicinanza concreta. I giovani dunque vogliono più spiritualità e meno  ritualità e desiderano di essere ascoltati. Il Sinodo dei giovani, che stiamo celebrando e che si trova ormai nella fase finale, è l’occasione buona per dare voce ai giovani e mettere in cantiere proposte rispondenti alla loro sensibilità e alle loro esperienze».

Dopo tanto lavoro la fase finale del Sinodo fu celebrata nei pomeriggi dei giorni 18 – 19 – 20 – 21 gennaio 2011 nel  centro pastorale “Emmaus” in Cerreto Sannita (BN).   Furono  invitati a questa fase, con diritto di voto, tutti i presbiteri diocesani, i presbiteri religiosi con incarichi in diocesi, un rappresentante di ogni ordine o congregazione religiosa presenti in diocesi e quattro laici per ogni parrocchia. Sono stati invitati, ma senza diritto di voto, alcuni dirigenti scolastici, responsabili di associazioni e il direttore dell’Istituto Penale per i Minorenni di Airola (BN).

Per vari motivi non tutti gli invitati parteciparono, tuttavia la stragrande maggioranza fu presente e, in un clima di compostezza e con vero senso di responsabilità, pregarono, discussero e poi votarono le proposte che venivano visualizzate su un grande schermo. Si avvertì fortemente il senso di appartenenza alla Chiesa: tutti si sentirono membra di un unico corpo.

Domenica 30 gennaio, con una solenne concelebrazione eucaristica nella Chiesa Cattedrale, in Sant’Agata de’ Goti,  presenti tutti i sinodali, fu chiuso il Sinodo.

Il materiale prodotto, con le linee di un progetto di pastorale giovanile condiviso, è stato raccolto in un volume: L. CUTILLO – D. RUGGIANO (cur.), Il Sinodo dei Giovani, inviati ad annunciare il regno ( 9 marzo 2008 – 30 gennaio 2011), Tetaprint, Cerreto Sannita 2013. È stata pubblicata anche l’indagine conoscitiva: FEDERICO D’AGOSTINO – ROSA VIENI, Giovani di paese in un mondo globalizzato, una ricerca nel Mezzogiorno d’Italia, Carocci editore, Roma 2012.

Frutti sul territorio diocesano

L’impegno profuso da tanti sacerdoti e da tanti laici ha dato un notevole impulso alla trasmissione  del Vangelo ai giovani presenti in questo territorio diocesano. Purtroppo, nonostante la capillare organizzazione e la generale reazione positiva all’iniziativa, si è notata una certa resistenza da parte di tanti giovani nel lasciarsi coinvolgere in questo bella esperienza. Molte parrocchie infatti, pur avendo avvicinato tutti i giovani, hanno sperimentato che solo un discreto numero si è reso disponibile. Certamente, questo fenomeno si può spiegare in parte tenendo conto del carattere “dormiente” dei nostro “bravi giovani”. Va tuttavia notato che il mondo giovanile spesso ha dei pregiudizi  nei confronti della Chiesa che bloccano la loro libera e positiva risposta.

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