esperienze

Concordia - Pordenone

L’alfabeto della fede

Per il rinnovamento della catechesi

Da diversi anni la nostra diocesi ha intrapreso un processo di rinnovamento della catechesi, in particolare d’Iniziazione Cristiana, in stile catecumenale. Viene proposto il passaggio da una catechesi in vista dei sacramenti ad una catechesi per la vita cristiana, da scolastica ad esperienziale, da una “catechesi per delega” ad una catechesi realizzata nella comunità con adulti che accompagnano i fanciulli nel cammino, da una catechesi “dottrina” ad una che annunci il kerigma[1].

Tale cammino si è sviluppato, dedicando una sempre maggiore attenzione agli adulti e ai genitori dei bambini e ragazzi della catechesi. Ciò nasce dalla consapevolezza che è necessaria una proposta per adulti e per una fede adulta se si vuole far crescere al meglio quella delle nuove generazioni e soprattutto dalla necessità di un coinvolgimento sempre maggiore delle famiglie e della comunità cristiana nella sua interezza nell’opera d’iniziazione alla fede cristiana, in modo tale che la fede non sia una considerata cosa solo per piccoli.

Ciò emergeva anche a livello triveneto quando nel 2003 la Conferenza per la Famiglia Regione Ecclesiastica Triveneta invitava a considerare che «nell’Evangelii Nuntiandi Paolo VI affermava: “La famiglia, come la Chiesa, deve essere uno spazio in cui il Vangelo è trasmesso e da cui il Vangelo si irradia” (EN 71). Per questo nessuna evangelizzazione è possibile emarginando o ignorando la famiglia»[2]. A ciò si appellava anche Mons. Soravito che nel settembre 2004 invitava ad affrontare il rinnovamento dei processi di iniziazione cristiana come una grazia e a riflettere sul fatto che il Signore chiede in questo tempo di “scommettere” sul potenziale di bene che c’è nelle famiglie, promuovendo la loro evangelizzazione e valorizzando il loro ministero educativo[3].

Raccogliendo tali provocazioni, guardando alle sperimentazioni in atto in diverse parrocchie e diocesi vicine, osservando il territorio della diocesi e ascoltando le sue domande, nel settembre 2008 l’ufficio catechistico diocesano ha deciso di dedicare la proposta di formazione permanente annuale agli accompagnatori degli adulti con l’intenzione di portare a maturazione il desiderio e la consapevolezza di giocarsi in quest’ambito. È il primo dei tanti passi fatti per arrivare, gradualmente, a proporre inizialmente a 40 parrocchie (20% del totale)[4] di sperimentare “l’Alfabeto della fede” per il tempo quaresimale dell’anno 2013, di verificarne la realizzazione e di partire con il successivo anno catechistico a “rivoluzionare” la catechesi in parrocchia prendendosi cura in modo peculiare degli adulti della comunità cristiana.

Perché vi sia, infatti, trasmissione della fede è fondamentale restituire alla chiesa la sua capacità originaria di generare alla fede, di essere madre nella fede: occorre che la comunità cristiana non sia solo una comunità di adulti che professano una dottrina e fanno settimanalmente dei riti, ma sia adulta nella fede, cioè appassionata e fedele al suo Signore. Inoltre, affinché vi sia cura educativa in questa trasmissione della fede da parte dei genitori verso i loro figli è bene prendere atto che la fede viene confermata“lezioni” di catechismo, ma nasce da relazioni vissute nell’ordine della testimonianza di fede, soprattutto quella “domestica”, ordinaria, quotidiana, in famiglia[5].

“L’alfabeto della fede” si colloca in questo contesto come una proposta di iniziazione cristiana con le famiglie. Coinvolge il gruppo catechisti chiamato a rivedere le sue priorità aprendosi agli altri adulti della comunità, anche per trovare forze nuove desiderose di diventare compagni di viaggio di altri adulti. Coinvolge quindi la comunità chiamata a giocarsi nella testimonianza di fede. Coinvolge i diversi gruppi parrocchiali nel valorizzare il giorno del Signore. Coinvolge i genitori invitandoli a riprendere in mano il loro cammino di fede. Coinvolge le famiglie che vivono in modo più consapevole la loro cristianità in una testimonianza “alla luce del sole” prima di tutto ad intra e poi, conseguentemente, ad extra. Coinvolge i bambini che guardano alla Chiesa come un luogo in cui ciascuno è accolto e ha la sua parte fondamentale nel fare l’insieme.

Concretamente, il cammino si articola per ogni itinerario annuale in tappe mensili: una domenica (possibilmente la prima) al mese si tengono gli incontri in parallelo con i genitori e con i loro figli, prevedendo qualche momento o segno vissuto insieme. Ai genitori si propone un percorso di riscoperta della fede da adulti, in linea con le tappe del catechismo dei bambini, suggerendo anche come comunicare in famiglia (attraverso esperienze e narrazioni) quanto maturato. Entrambi gli incontri (quello dei genitori e quello dei bambini) si concludono con la partecipazione alla Messa domenicale della comunità. Nelle settimane successive i bambini vivono in famiglia quanto i genitori propongono loro (attività, racconti, preghiere molto semplici), continuando gli incontri di catechesi con il gruppo dei pari. Ciò consente di avere tre momenti di fede: l’incontro per i genitori, gli incontri con i ragazzi, la catechesi familiare a casa, il tutto coronato con la partecipazione insieme alla S. Messa domenicale.

Per favorire la realizzazione dell’alfabeto della fede, l’ufficio catechistico forma i catechisti dei bambini e degli adulti, portandoli a sperimentare in prima persona quanto poi saranno chiamati a vivere con i genitori, per facilitare la comprensione del metodo e dello stile che permette di essere autentici compagni di viaggio. Inoltre, fornisce anche delle schede per i vari momenti, utili sia per prepararsi agli incontri che per attuarli.

È stato bello vedere come il seme della proposta sia cresciuto e sia stato diffuso, portando ad una continua richiesta da parte del territorio per ricevere la preparazione e la strumentazione per poter partire. Non è più l’ufficio catechistico a chiedere di poter sperimentare in una data forania “l’alfabeto della fede”, ma sono i parroci stessi a farne domanda, spesso sollecitati dai catechisti che ne hanno sentito parlare da altri o che sono venuti a conoscenza di esperienze simili in altre diocesi.

Parte fondamentale in questa fase iniziale della sperimentazione è l’ascolto di chi concretamente si gioca nell’incontrare genitori e bambini. Dopo le prime difficoltà da parte dei catechisti ad accettare di incontrare i genitori, l’esperienza ha dimostrato che non servono “esperti”, ma persone di fede disponibili a cercare insieme in ascolto del Vangelo di Cristo.

Dal punto di vista del contenuto e della progressione della proposta, si è toccato con mano quanto sia importante un coinvolgimento graduale dei genitori, considerando attentamente le tematiche da trattare e le proposte da vivere in famiglia. A volte gli adulti si trovano a disagio a trasmettere ai propri figli una fede di cui essi stessi non sono consapevoli fino in fondo e che sentono la necessità di rivedere completamente, di cui non sono ancora pronti a rendere ragione davanti alle domande spontanee e profonde dei bambini.

Cosa fare allora? In questo, l’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco è un faro che guida: «Abbiamo riscoperto che anche nella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo annuncio o “kerygma”, che deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice e di ogni intento di rinnovamento ecclesiale»[6]. Tale punto di partenza è da viversi con l’“arte dell’accompagnamento”, togliendosi «i sandali davanti alla terra sacra dell’altro (cfr Es 3,5), dando al cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana»[7].

Con la consapevolezza che parrocchia e famiglia sono chiamate a seminare insieme (e non a delegarsi vicendevolmente) nel campo della trasmissione della fede, “l’alfabeto della fede” è, attualmente, una proposta aperta, in crescita, non predeterminata. Andrè Fossion invitava la Chiesa a non darsi da fare in modo totalizzante nel tentativo di tenere in piedi il vecchio albero che crolla, ma a guardare con speranza e a favorire la foresta che cresce[8]. L’alfabeto della fede si colloca, insieme alle tante altre sperimentazioni presenti in questo campo, come un tentativo di «impegnarsi con dedizione per questa grande foresta di alberelli che deve crescere, questa foresta che è il futuro che Dio ci prepara se solo siamo disponibili e generosi nel tradurre in passi concreti ciò che poco per volta comprendiamo»[9].

 


[1] Sulla bocca del catechista torna sempre a risuonare il primo annuncio: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”. Quando diciamo che questo annuncio è “il primo”, ciò non significa che sta all’inizio e dopo si dimentica o si sostituisce con altri contenuti che lo superano. È il primo in senso qualitativo, perché è l’annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell’altra, in tutte le sue tappe e i suoi momenti. (Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 164).

[2] Conferenza per la Famiglia Regione Ecclesiastica Triveneta, Iniziazione Cristiana e famiglia, 1 ottobre 2003.

[3] Cfr. Uffici catechistici del Nord Est, Convegno catechistico regionale. Iniziazione Cristiana: un invita alla speranza, 2 giugno 2004.

[4] Hanno inizialmente accettato la proposta 15 parrocchie (la proposta è stata fatta alle due foranie della zona pedemontana dove in alcune parrocchie manca completamente la catechesi dal momento che non vi sono bambini o che i pochi residenti frequentano le parrocchie vicine). L’anno successivo è stata fatta la proposta ad altre tre foranie per un totale di 43 parrocchie di cui 16 hanno accettato di sperimentarsi poi in parrocchia.

[5] Cfr. E. Biemmi, «Iniziazione cristiana. C’è qualche punto fermo?» in G. Ronzoni (cur.), Convegno catechistico regionale. Iniziazione cristiana: un invito alla speranza, Gregoriania Libreria Ed., 2004, p. 63.

[6] Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 164.

[7] Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 169.

[8] Cfr. A. Fossion, Ricominciare a credere, Bologna, EDB 2004, p. 136.

[9] Cfr. E. Biemmi, «Iniziazione cristiana…», p. 73.

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