esperienze

Faenza - Modigliana

Gruppo Mese

Prepararsi alla missione

Il “Gruppo mese”, così chiamato perché è sorto come preparazione a chi nell’estate andava a passare un mese presso una missione dell’Associazione Missionaria Internazionale (AMI) di Faenza. Poi da una decina d’anni è stato esteso a quasi tutti i gruppi missionari della Diocesi, sempre con l’intento di preparare coloro che vanno in una missione durante l’estate, e come formazione missionaria per tutti.

Campo di intervento

Educazione alla missione sia ad gentes (almeno per coloro che partono) ma anche in diocesi. È anche un modo concreto per far scoprire la Chiesa e la fede cristiana.

Soggetti coinvolti

L’iniziativa è rivolta ai giovani, anche a giovani coppie. In questi ultimi anni il gruppo si aggira sulle 50 presenze, che per Faenza sono un numero significativo, e di costoro circa 15/20 ogni anno fanno un’esperienza in missione. La presenza di giovani che già sono stati nelle missioni (qualcuno un mese, ma altri, soprattutto persone consacrate, anche periodi più lunghi) rende la formazione molto convincente. Sono quasi tutti laici e solo eccezionalmente vi partecipa qualche sacerdote, qualora accompagni poi il gruppo nella visita alla missione. Gli animatori degli incontri mensili sono persone esperte nei vari temi trattati (missionari, studiosi…).

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti

In prima battuta i destinatari sono gli stessi partecipanti; poi le persone incontrate nei luoghi dove vanno nella visita estiva, che dura mediamente un mese; infine le comunità della diocesi al loro ritorno. L’effetto di formazione missionaria lo si vede poi durante l’anno, quando questi giovani diventano i sostenitori delle iniziative diocesane in questo campo (veglia missionaria, festa missionaria per i ragazzi, raccolta di aiuti, campagne di sensibilizzazione…).

La finalità globale è la formazione allo spirito missionario, e di anno in anno questa attività porta un qualche beneficio in tutta la diocesi.

Strumenti. Nei mesi di settembre/ottobre si fa conoscere l’iniziativa e si sollecitano le iscrizioni. Poi da novembre a maggio ogni mese si passa un fine settimana in locali messi a disposizione da un monastero di Clausura della Città. Vi sono lezioni frontali su temi legati alla missione (intercultura, evangelizzazione, mondialità, diversità …), racconti di esperienze, momenti di condivisione, preghiera, fraternità.

Frutti sul territorio

Il frutto più prezioso è quello di avvicinare alla Chiesa mediante un’esperienza missionaria, ragazzi che sono lontani o non la conoscono. I ragazzi vengono a casa diversi, e diventano testimoni credibili di una bella esperienza, che contagia anche altri, per esempio tra i compagni di scuola. Non è raro il caso che negli anni successivi qualcuno di questi a sua volta faccia questa esperienza.

Anche per quelli che non partono o non hanno come motivo l’evangelizzazione, resta un percorso formativo su temi nei quali i ragazzi sono molto sensibili (pace, sviluppo, ecologia…).

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

Le cose si complicano quando alla base delle motivazioni per un’esperienza missionaria ci sono problemi personali di carattere psicologico, affettivo, relazionale, e si cerca l’evasione come terapia. Così pure non si devono accogliere ragazzi troppo giovani.

Eventuali proposte per superare il nodo problematico

Per dare rilievo all’iniziativa ed esprimere con un segno plausibile il legame dei partenti alla Diocesi, ogni anno nel mese di giugno il vescovo celebra una Messa in Cattedrale al termine della quale esprime “l’invio in missione a nome della Chiesa” con la consegna di un piccolo segno.

Si tratta di far capire che è importante muoversi in gruppo e mai isolati, anche per l’opportunità di avere poi sul posto il modo di riflettere su quanto si sta vivendo e su quanto si sta incontrando. Inoltre in questo modo è più facile testimoniare l’esperienza vissuta quando si ritorna a casa presso la propria associazione o comunità.

Riflessioni conclusive e prospettive

Per i giovani è molto importante conoscere le condizioni del mondo (i luoghi più frequentati sono l’Africa, l’America latina e l’Asia del sud), e vedere l’Europa da quei punti di vista. Inoltre sul piano della fede è contagiosa la freschezza di quelle giovani Chiese. La prospettiva è quella di continuare, come uno degli impegni più belli del Centro missionario diocesano.

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