esperienze

Fermo

Per una rinnovata prassi di iniziazione cristiana

Alla parrocchia Santa Lucia

Su invito dell’Arcivescovo all’intera Chiesa locale a sperimentare nuove prassi di iniziazione alla vita cristiana, nel 2010 in parrocchia è partita questa sperimentazione. Essa muove dalla centralità dell’eucaristia nel giorno del Signore, in quanto la liturgia è culmine e fonte della vita cristiana, punto di partenza e di arrivo di ogni itinerario. Essa è il luogo originario e appropriato del kerigma, e contesto del suo inveramento. Lasciando in base a questa premessa il battesimo dei bambini che avviene nella fede della Chiesa, abbiamo tentato di recuperare l’unità dei sacramenti dell’Iniziazione e il giusto loro rapporto teologico con i sacramenti della Cresima e dell’Eucaristia, di modo che l’Eucaristia costituisse il vertice dell’esperienza di introduzione alla vita in Cristo. Verso la I e II elementare il bambino è invitato a partecipare alle prime forme di vita associativa presenti in parrocchia per entrare sempre più nel mistero celebrato. In III elementare il fanciullo inizia un più serio approfondimento della fede con una catechesi sistematica sui sacramenti inserita nei contesti associativi e conseguente alla celebrazione liturgica. Essa culmina con la celebrazione del sacramento della penitenza in terza elementare il mattino del giovedì santo. Durante la IV e V elementare il cammino continua secondo i poli della liturgia domenicale e dell’approfondimento catechetico, con l’inserimento di passaggi di tipo catecumenale e di scrutini. Al termine della quinta, il ragazzo, nella medesima  celebrazione, riceve la Cresima e per la prima volta anche la comunione eucaristica. Nei anni successivi, sempre all’interno dei cammini associativi presenti in parrocchia e seguendo l’Anno liturgico, è proposto un itinerario di mistagogia (I: mistagogia del battesimo, II: mistagogia della Cresima, III: mistagogia sull’eucaristia). Tutti, dal momento in cui è iniziata, hanno accettato la nuova prassi e nessuno ha più chiesto quella tradizionale. Dopo quattro anni di sperimentazione la comunità attesta che i ragazzi che in quinta hanno ricevuto Cresima ed Eucaristia stanno partecipando con fedeltà all’Eucaristia domenicale e al percorso mistagogico. Le famiglie di questi ragazzi si sono molto avvicinate alla vita in Cristo e alla vita della comunità.

Campo di intervento

L’ambito della sperimentazione riguarda da una parte l’iniziazione alla vita cristiana e l’educazione delle nuove generazioni, dall’altra una riscoperta della vita in Cristo da parte degli adulti. 

Soggetti coinvolti

Insieme ai ragazzi i primi soggetti coinvolti sono i loro genitori che sono fedeli alla partecipazione all’eucaristia domenicale insieme ai propri figli, li accompagnano ai momenti di catechesi e vivono periodicamente momenti specifici di catechesi paralleli al percorso dei figli.

I momenti di catechesi sono curati dai presbiteri della parrocchia e da coppie sposate: il desiderio è che ogni bambino, anche chi ha situazioni genitoriali difficili, veda, anche plasticamente, che la fede è trasmessa dalla famiglia. Questa metodologia rafforza l’alleanza educativa tra presbiteri e coniugi.

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti

Soggetti destinatari sono i bambini e le famiglie che domandano i sacramenti dell’iniziazione alla vita cristiana.

La finalità, con l’espediente della preparazione ai sacramenti, è l’inserimento dei bambini nel mistero di Cristo e nella vita ecclesiale facendo perno sull’esperienza liturgica.

Gli strumenti sono sia il contesto del gruppo, primo modo immediato, accanto alla famiglia, nel quale il bambino fa esperienza di Chiesa, sia l’uso di tutti i linguaggi che caratterizzano la vita del fanciullo. Ciò fa sì che l’iniziazione alla vita in Cristo diventi anche una forma di educazione globale della persona.

Frutti sul territorio

La sperimentazione ha appena quattro anni e il primo frutto che per ora si vede è la maggiore partecipazione delle famiglie alla vita della parrocchia. 

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

Una difficoltà si è sperimentata nell’impegno a costruire una relazione continuativa con le situazioni famigliari più critiche o “irregolari”.

Un’altra difficoltà è tecnica e riguarda le coppie impegnate accanto ai presbiteri nella catechesi. Esse sono giovani e la loro vita familiare e personale (situazioni lavorative, arrivo dei figli …) può a volte comportare periodi di discontinuità nel loro servizio.

Eventuali proposte per superare il nodo problematico

Riguardo la seconda difficoltà si tenta di coinvolgere sempre nuove coppie giovani sposate facendo precise proposte di servizio a quelle coppie che hanno fatto il percorso per fidanzati.

Riguardo la prima difficoltà le coppie coinvolte nella catechesi stanno diventando sempre più brave e pazienti nel tenere i legami.

Riflessioni conclusive e prospettive

La sperimentazione ruota intorno al connubio liturgia-famiglia, con il passaggio alla catechesi.

Essa ha bisogno di ulteriore tempo, in quanto determinante è il periodo di mistagogia. Si intravedono frutti incoraggianti non solo in termini ecclesiali, ma anche a livello educativo.

Tra le prospettive si intravede l’importanza di costruire una maggiore dialogo e una maggiore sinergia con l’ambito dello sport, che occupa buona parte del tempo dei loro ragazzi.

Di sicuro ormai in parrocchia, proprio per la condivisione che si è creata intorno ad essa, è impossibile tornare indietro a prassi tradizionali.

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