esperienze

Forlì - Bertinoro

Poparty

Incontri di festa

L’esperienza del Poparty ebbe inizio nell’autunno del 2010 dopo aver conosciuto – tramite il pellegrinaggio a Loreto del Treno della Grazia – una realtà analoga nella diocesi di Faenza-Modigliana. All’inizio del 2011 don Amedeo Pasini scriveva: “Da alcuni mesi abbiamo iniziato, a fianco dei ragazzi disabili e dei loro genitori, un “cammino” comune promosso dall’UNITALSI, dalla pastorale della  salute, Azione Cattolica, Gruppo Cuoio-Sappada, AGESCI.  Un cammino costituito da incontri di festa, con frequenza mensile, nelle varie parrocchie disponibili, al quale tutti possono aggregarsi e partecipare. Questi incontri comportano indubbiamente la fatica dell’accoglienza reciproca, ma sono certamente un’ottima occasione di conoscenza tra i ragazzi disabili e i vari gruppi parrocchiali, tra genitori e gli altri adulti…”.

Campo di intervento

Don Amedeo Pasini sosteneva a proposito dell’iniziativa che “Vogliamo far provare anche ai nostri ragazzi (ndr: disabili) la febbre del sabato sera” e che:

  • lo stile della festa sarà quello di essere tutti protagonisti in serate speciali da vivere insieme nella gioia e nella condivisione;
  • solo se l’iniziativa avrà continuità potrà suscitare corresponsabilità nella vita comunitaria e potrà incidere nella società civile.

 

Soggetti coinvolti

Azione Cattolica Giovani, Agesci, Gruppo Vacanze Sappada, Gruppo Cuoio Parrocchia di S.Paolo, Ufficio Diocesano di Pastorale della Salute, U.N.I.T.A.L.S.I., giovani disabili e rispettive famiglie della parrocchia ospitante e della diocesi, associazioni e gruppi della parrocchia ospitante.

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti

I soggetti destinatari sono i giovani e gli adulti, anche con disabilità, famiglie, e tutta la parrocchia ospitante.

Le finalità principali sono:

  • Stimolare i giovani ad un vero coinvolgimento che permetta di scoprire la risorsa della diversità e, di conseguenza, possibilità per i giovani disabili di trascorrere un sabato sera in compagnia di amici.
  • Creare un’occasione di incontro per le famiglie, in particolare per quelle che presentano all’interno del proprio nucleo situazione di disabilità, per rinsaldare relazioni già presenti, formare nuove conoscenze e magari amicizie (anche con altre famiglie delle parrocchie accoglienti), condividere le rispettive esperienze, confrontandosi anche alla luce della fede (grazie alla guida di un sacerdote, spesso della parrocchia accogliente) ma anche per vivere una serata di svago, divertimento, relax, troppo spesso ridotte a poche occasioni.Il principale strumento consiste nell’organizzazione della serata, a partire dal tardo pomeriggio del sabato, in una modalità fruibile ed accessibile a tutti secondo questo schema:

– ore 18,00 Ritrovo e S.MESSA prefestiva

– ore 19,30 CENA INSIEME

– ore 20,45 SERATA con musica, balli, giochi e MOMENTO PER ADULTI E GENITORI

– ore 22,30 SALUTI e…BUONANOTTE!N.B.: la scelta di essere itineranti ha come fine quello di suscitare una maggiore sensibilità nelle parrocchie – al proprio interno – verso la disabilità, tenuto conto che il parroco non può occuparsi di tutto da solo.

Frutti sul territorio

Da questa esperienza per i giovani sono nate altre serate attraverso le quali si sono consolidate amicizie già esistenti. Le serate poparty, iniziate con meno di 100 presenze, raggiungono mediamente oggi le 130/150 presenze, con picchi di oltre 400 a capodanno.  Anche per i genitori si sono consolidate delle relazioni che hanno favorito, grazie all’espansione delle conoscenze, il trascorrere insieme una serata in serenità almeno una volta al mese, il creare qualche occasione in più di incontro extra serata in autogestione, il sostenersi a vicenda nelle scelte di vita quotidiana.

Rispetto agli organizzatori, dalle prime edizioni si sono aggiunte alcune persone che partecipano costantemente a tutte le serate.

Da non dimenticare poi che per alcune persone, non poche, queste serate si sono rivelate un’opportunità per accostarsi alla spiritualità e alla fede attraverso la messa comunitaria, superando anche il disagio , spesso notevole, di parteciparvi con il proprio figlio disabile.

Questa iniziativa, nata un po’ sottovoce, è ora conosciuta in quasi tutta la diocesi. 

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

La principale difficoltà è quella di riuscire a coinvolgere altre associazioni e, dunque, altri giovani a livello diocesano. La scelta del sabato sera ha probabilmente creato un ostacolo nelle adesioni dei giovani almeno in alcune realtà, che faticano tuttora a conciliare gli impegni associativi e personali con l’adesione a questa proposta.  Non è stato possibile riuscire a creare legami sufficientemente autonomi tali da rendere possibile il ripetersi dell’esperienza con maggiore frequenza, in quanto è già difficile garantire la cura e  realizzazione di un poparty al mese.

La partecipazione delle famiglie appartenenti alla comunità della parrocchia ospitante è spesso limitata alla sola preparazione della cena e non all’incontro successivo.

L’essere itineranti non ci permette di verificare sempre in anticipo tutti gli aspetti organizzativi e se effettivamente la parrocchia sia riuscita a coinvolgere le famiglie con ragazzi disabili.

Eventuali proposte per superare il nodo problematico

Selezionare le parrocchie ospitanti tra quelle che hanno mostrato maggiori disponibilità, accoglienza, risorse e coinvolgimento di persone per raggiungere le finalità del poparty garantendone anche la continuità.

Riflessioni conclusive e prospettive

Una bella prospettiva potrebbe essere quella di creare e poter contare su un gruppo di persone che siano impegnate nella promozione delle finalità del poparty e nel far conoscere le persone che vi partecipano.

Malgrado le difficoltà, è importante continuare in questo cammino per poter offrire un sabato sera a chi diversamente trascorrerebbe la serata all’interno della famiglia (magari anziana) o di centri residenziali senza avere quasi mai la possibilità di uscire di sera. Inoltre, la forza della proposta poparty deriva anche dal rapporto di complementarietà che essa ha con il “Campo di Sappada”, una vacanza di condivisone che ogni estate, da oltre trent’anni, unisce giovani e famiglie, con disabilità e non, da tutta la diocesi. Questa esperienza estiva non vuole trovare “assistenti” che prestino servizio specializzato a delle “persone disabili”, bensì offrire l’opportunità a chi vi partecipa di vivere dieci giorni in cui tutti si è chiamati a vivere in un clima di condivisone, dove tutti possano sentirsi accettati come in un normale gruppo di amici che insieme si divertono, senza distinzione tra chi è “disabile” e chi è “sano”. Ebbene, ogni anno al termine del campo, si avverte sempre l’urgenza di prolungare lo spirito di quei dieci giorni lungo tutto l’arco dell’anno e il poparty, con la sua cadenza mensile, è uno strumento potente  a questi fini. Concludendo, ci si augura continuamente che sempre più persone, ma soprattutto sempre più associazioni investano energie in proposte come quella del poparty, poiché non si tratta di organizzare feste o vacanza “per disabili”, bensì di costruire realtà in cui l’idea di disabilità sia sostituita dal valore dell’accoglienza reciproca, dalla consapevolezza che siamo tutti responsabili verso le vite dei nostri fratelli, che siamo chiamati a non escludere nessuno dalle nostre vite e dalle nostre iniziative associative.

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