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Locri - Gerace

Il cammino Emmaus

Itinerari di iniziazione cristiana

A partire dal 2004 il Gruppo di lavoro Diocesano per l’Iniziazione Cristiana, promosso dall’Ufficio Catechistico Diocesano, ha progettato e sussidiato un Cammino di iniziazione cristiana (=I.C.) per fanciulli e ragazzi, che attuasse le linee strutturali dello “stile catecumenale” [1]: riscoperta del protagonismo della comunità cristiana nel suo insieme; valorizzazione del ruolo centrale della famiglia; itinerari che integrano armoniosamente le esperienze fondamentali della vita cristiana (Parola di Dio; celebrazioni; fraternità; carità e servizio), per il tempo necessario ad acquisire la maturità cristiana. Dal 2005-2006, questo progetto ha assunto il nome di Cammino Emmaus  e formalmente è la proposta ordinaria di I.C. per la nostra Diocesi.

Il Cammino si deve strutturare come un processo comunitario. Per questa ragione si chiede che si costituisca un Gruppo Progetto nelle Parrocchie, che adatti il progetto diocesano alle specificità della situazione locale.

Il Cammino prevede due percorsi, uno per i fanciulli/ragazzi ed uno per i genitori. 

I percorsi

1) Il percorso per i ragazzi si sviluppa in sei itinerari annuali, che partendo da un ampio primo annuncio sulla persona di Gesù, attraverso la scoperta della “identità” di Dio portano i ragazzi all’appartenenza alla comunità cristiana, luogo in cui sperimentare la corretta relazione con Dio e con i fratelli. Nel complesso, il Cammino  vuole essere una esperienza educativa di vita umana e cristiana che integra al suo interno, come componente essenziale, l’esperienza rituale-sacramentale, senza considerarla suo scopo primario. Celebriamo perciò unitariamente Cresima e Prima Eucaristia a conclusione di una “Grande Quaresima”, al sesto anno, ma  il Cammino continua e si conclude con due itinerari annuali di mistagogia. I suoi temi strutturanti ruotano attorno all’esperienza di vita dei ragazzi, “reinterpretati” allo scopo di aiutare i preadolescenti a scoprire la presenza amichevole di Gesù che li chiama alla vita piena, proprio nel loro vissuto. In questa cornice vengono ripresi e ricontestualizzati i sacramenti celebrati nella tappa precedente.

2) Ci è sembrato necessario fare anche una proposta specifica per i genitori, primari soggetti educatori alla fede dei figli.[2] La proposta nei primi sei anni ha un duplice obiettivo generale: aiuto alla riscoperta della vita di fede; sostegno nell’attività educativa nei riguardi dei figli in famiglia. Gli itinerari sono annuali, come quelli dei fanciulli\ragazzi, con 2-3 incontri per tappa. Un punto di contatto tra i due percorsi sono gli incontri genitori-figli, di carattere liturgico, previsti per la fine di ogni tappa degli itinerari. Anche per i due anni di mistagogia sono state preparate undici schede per incontri con i genitori.

Valutazione globale

Il Cammino appare avviato in una quindicina di parrocchie e attivo nella sua completezza in una decina. Inoltre in circa 7-8 parrocchie viene usato il “Progetto Emmaus” (Fontana-Cusino; in qualche parrocchia  con esiti eccellenti) e in 1-2 è presente una impostazione che segue i principi dello stile catecumenale e punta molto sul coinvolgimento delle mamme catechiste, ma si occupa ancora poco dell’impianto organico degli itinerari.

Aspetti problematici

1) Incompletezza della sussidiazione (ci mancano ancora due tappe del V itinerario) ed esigenza di una revisione, che adatti meglio il Cammino alla “situazione” (in senso lato) dei ragazzi e delle loro famiglie, specie per i primi itinerari. Contestualmente si dovrà riflettere sulla collocazione della celebrazione unitaria, attualmente ricadente in preadolescenza avviata, mentre struttura e linguaggi del percorso (al VI itinerario) ricalcano quelli degli anni precedenti.

2) La mistagogia è tenuta in scarsa considerazione. Viene praticata in 7-8 Parrocchie, con gruppi di ragazzi il cui numero si riduce drasticamente dopo la celebrazione unitaria. Lo scorso anno l’U.C.D. e il Servizio di P.G. hanno proposto un piccolo itinerario di formazione per gli operatori della mistagogia. Vi hanno partecipato con un minimo di regolarità solo 4-5 Parrocchie

3) La difficoltà più grande nasce senza dubbio dalla scarsa conoscenza del progetto, non solo della sua struttura e dei contenuti, ma della logica di fondo. E questo anche nelle Parrocchie dove il Cammino è avviato da anni.  Il fatto è che il Cammino richiede impegno principalmente ai preti. E si segnalano resistenze ad accoglierlo proprio da parte loro, e dei più giovani in particolare. Inoltre vi è disagio nel dialogo tra operatori pastorali e parroci, dovuti a questi  atteggiamenti.  Per ovviare a questo grosso limite il Vescovo ha voluto dedicare gli appuntamenti di formazione permanente del clero dell’anno 2014-2015 proprio alla conoscenza, teorica ed operativa, del Cammino Emmus e dei suoi presupposti teologici ed ecclesiologici. Abbiamo in programma 7 incontri (uno al mese), strutturati con metodologia laboratoriale.

4) Globalmente, comunque, la formazione degli operatori continua a rimanere  un problema effettivo. La Diocesi, propone il campo estivo annuale di luglio (ordinariamente 4 pomeriggi). A livello parrocchiale contavamo sull’autoformazione che le schede del nostro Cammino potrebbero garantire. Dove ciò è accaduto (in 4-5 parrocchie) i risultati si sono visti anche in questa direzione.

5) Problematica appare infine  la relazione con le famiglie, fin dall’approccio iniziale. Alcuni preti hanno fatto notare che il Cammino (o gli equivalenti) aiuta ad avvicinare le famiglie, ma non noto grandi mutamenti, di stile e di metodo, nell’approccio ad esse. In effetti gli itinerari con le famiglie appaiono quelli meno curati e comunque gli esiti sono globalmente modesti.

Risultati ottenuti

Proprio su questo sfondo problematico risaltano i risultati positivi del nostro lavoro. In una decina di Parrocchie almeno l’introduzione del Cammino ha aiutato parroci e catechisti di lungo corso a rinverdire motivazioni, ampliare orizzonti, acquisire nuove competenze. In più ha permesso l’immissione in circolo di energie nuove, soprattutto grazie alle mamme catechiste, con esiti operativi e tessitura di relazioni a volte sorprendenti.

Inoltre, e questa è una vera novità, cominciano a formarsi gruppi di adolescenti che continuano un percorso formativo di vita cristiana senza la prospettiva di celebrare la cresima. Il superamento di questo automatismo (un “corso” – un “sacramento”) va certamente consolidato ma, per quel che riguarda i ragazzi, è il primo esito positivo del Cammino in stile catecumenale. 

Una considerazione di sintesi

La questione di fondo, sottesa a tutte le considerazioni fatte ed evidenziata più volte da alcuni preti in questi anni, è che il Cammino vuole essere una scelta pastorale che contribuisce al rinnovamento dell’intera pastorale parrocchiale La domanda da porci allora è: quale Chiesa vogliamo? A cosa mira il nostro impegno? Se vogliamo davvero suscitare ed alimentare la domanda di fede, allora ha senso una I.C. in stile catecumenale. Altrimenti perderemo tempo.

Una Chiesa “in uscita”, nel senso inteso da Papa Francesco, necessariamente  sarà impegnata a tessere relazioni nuove, genuinamente “ecclesiali”, tra preti e preti e tra laici e preti, da cui  nasca una vera disponibilità al servizio e all’impegno per formarsi ad esso. Lo “stile” che così si acquisisce sarà la prima forma di annuncio, negli incontri con le famiglie e con i ragazzi. E visualizzerà il grande obiettivo della nostra fatica: collaborare con lo Spirito a “fare” cristiani “strutturalmente” comunionali.


[1] Cf a titolo esemplificativo Ufficio Catechistico Nazionale, Il Catechismo per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Nota per l’accoglienza e l’utilizzazione dei catechismo della  C.E.I., Milano, Edizioni Paoline 1992; Consiglio Episcopale Permanente della CEI, L’iniziazione cristiana. 2. Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni. Nota pastorale, Paoline, Milano 2001; cf anche  Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, Milano, Paoline 2001,  n. 57; Ufficio Catechistico Nazionale, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana, Leumann (TO), Elledici 2006.

[2] Cf fra tutti La formazione dei catechisti…  n. 9.

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