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Melfi - Rapolla - Venosa

Nicoletta, Anna e… Teresa D’Avila

Tre donne in ricerca

Nicoletta è insegnante, in un certo qual modo impegnata nella sua ricerca di Dio, e con una profonda devozione Mariana. Riceve lo Scapolare ed entra a far parte della Confraternita della Vergine del Carmelo. Si sente al sicuro, protetta dalla sua fede, ma le difficoltà sono tante. Non vive la fraternità a causa di incomprensioni e ostacoli. Il carisma carmelitano l’affascina, e legge con ansia, amore ed attenzione la vita e le opere di Teresa di Gesù. Vuole incontrarla.

Anna è un medico non credente, ma convinta che il confronto sui reciproci dubbi faccia nascere la conoscenza, soprattutto se si utilizzano gli strumenti della ragione.

Nicoletta parla ad Anna di ciò che la rattrista, ma con la gioia di chi ha incontrato un’amica che l’ha conquistata.

Anna, incuriosita, chiede chi fosse questa persona speciale, e con sua grande sorpresa si sente rispondere: “La persona che ho incontrato è una donna stupenda, straordinaria, toccata da Dio. Una donna che possiamo sentire vicina e che certamente ti piacerà. Si chiama Teresa d’Avila”.

Anna, divertita, replica: “Parlami di lei”. Nicoletta racconta di questa donna bella, intelligente, piena di amore per Dio e per gli uomini, nonostante le sue debolezze che colpiscono in modo particolare Anna che, apprezzandone l’umanità, esprime il desiderio di andare nei luoghi in cui Teresa era vissuta.

Tramite i Frati Carmelitani della Provincia Lombarda si ritrovano ad Avila in occasione della festa di S. Teresa. Si visitano i luoghi della Santa e si apprezzano le conferenze illuminanti su Teresa, dalle cui argomentazioni  emerge che il messaggio centrale della Santa di Avila può forse oggi aiutare a vivere la propria identità cristiana, soprattutto in riferimento ai cambiamenti che ci sono stati con l’arrivo di Papa Francesco, facendo in modo che la vita di fede diventasse un modo di vivere e non soltanto una verità da credere. In pratica, uno stile di vita basato sul Vangelo.

Attraverso il cammino di S. Teresa, Anna  prende coscienza che Dio è un grande sconosciuto anche da parte di non pochi cristiani e non credenti come lei, che hanno  fatto  esperienza di un Dio lontano,  giudice, Re. Attraverso l’esperienza di Teresa, Anna scopre la vicinanza di un Dio amico,  Padre e Misericordioso; scoperta straordinaria che comincia ad affascinarla, come l’interesse di Teresa per la preghiera e la contemplazione. Coglie nel messaggio teresiano la necessità di non restare fermi e statici, ma di confrontarsi con le problematiche del nostro tempo. Inizia allora a comprendere che la fede non è  un’ideologia, e che l’essere cristiano nasce e cresce dall’incontro personale con Cristo. “Soltanto con degli uomini toccati da Dio” – affermazione di Papa Benedetto XVI che Nicoletta fa conoscere ad Anna – “Dio può tornare agli uomini”.

Le due amiche comprendono  il senso del viaggio, che è stato una chiamata per   incontrare il Dio che abita in noi. Ingolosite nell’anima da questo Dio che vuole colmare tutti d’amore, ritornando in Italia  partecipano ad altri incontri su Teresa e altri santi carmelitani.

È evidente che la fraternità, la disponibilità e l’accoglienza fanno superare le divisioni culturali e le chiusure, con il solo  linguaggio comprensibile, quello dell’amore, accompagnato dal nutrimento spirituale dato dai buoni esempi e dalla lettura delle opere di Teresa di Gesù, di S. Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux ed Edith Stein , che cominciano a predisporre l’animo di Anna ad un incontro con Cristo e con la sua umanità.

Anna ammette che si è sentita a suo agio, e le è apparso chiaro che il trovarsi con le persone giuste e nel giusto contesto può risvegliare la fede rendendola autentica in chi è già in cammino, e far nascere, in chi si sente lontano, il desiderio o la curiosità di addentrarsi in questo mistero. Ambedue fanno tesoro dell’esperienza di Teresa d’Avila: non dobbiamo cambiare il mondo, ma possiamo cambiare e impegnare il mondo che è intorno a noi. Nelle nostre famiglie, nei nostri ambienti, nelle nostre comunità, nel nostro lavoro. È lì che siamo chiamati a vivere quest’amicizia, ed è lì che possiamo aiutare Dio nella trasformazione di questo mondo.

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