esperienze

Milano

In dialogo con l’Islam

Alla Parrocchia di San Galdino

La storia di questa esperienza ha origine nell’anno pastorale 2011/12 quando la fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù, residente nel quartiere popolare (ad alta incidenza di immigrazione) che fa capo alla parrocchia di San Galdino, accoglie un bisogno emergente di spazi dedicati per la conoscenza reciproca di cristiani e musulmani. Gli abitanti, pur condividendo di fatto una quotidianità ricca di stimoli ma anche di tante fatiche e incomprensioni, non hanno un luogo né gli strumenti per tentare di entrare in contatto in modo più consapevole e riflessivo su quanto stanno sperimentando. Viene, quindi, portata tale necessità al parroco, che si rende disponibile ad attivare delle iniziative che abbiano come obiettivo quello di creare dei pre-requisiti per stimolare un dialogo autentico interreligioso. Inoltre egli, accogliendo la condivisione di tale esperienza, permette di inserirla in un contesto più ampio quale quello dell’Unità Pastorale di appartenenza e quello della Diocesi.

Campo di intervento

Lungo il corso dei tre anni di attività il campo di intervento si è articolato e sviluppato sempre di più. Il punto di partenza è stato quello nell’ambito formativo mediante l’organizzazione di tre conferenze a tema con la partecipazione di esperti. Successivamente si è costituita una équipe che lavorasse specificatamente su questi aspetti sia da un punto di vista organizzativo che dei contenuti. Gradualmente ci si è posti il problema di passare da un livello più teorico ad uno maggiormente concreto e vicino alla quotidianità di chi vive nel territorio. Si è così pensato di condividere momenti di festa, di convivialità, di attività educativa (oratorio interreligioso) e di carità. Si sono incrementati i contatti e le visite ad alcuni Imam (invitati anche come relatori alle conferenze) e al Centro Islamico adiacente alla parrocchia. Parallelamente, a livello informale, si sono sviluppate nuove relazioni di amicizia che hanno portato ad una maggiore attenzione alle reciproche festività religiose e alla possibilità di incontri più personali, particolarmente tra alcune donne. 

Soggetti coinvolti

L’équipe di Dialogo interreligioso è mista ed composta dal parroco di San Galdino, due piccole sorelle di Gesù, due laici dell’Unità Pastorale (provenienti da altre due parrocchie dell’UPF), tre amici musulmani (una coppia e un giovane).

Dialogo interreligioso (Milano)

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti

L’iniziativa è destinata in primo luogo ai cittadini residenti nel territorio della parrocchia ma viene pubblicizzata presso tutte le cinque parrocchie dell’Unità Pastorale e amici della città.

La finalità, come più sopra accennato, è quella di offrire uno spazio e un tempo ma anche un accompagnamento competente alla popolazione che vive l’esperienza della convivenza tra culture, religioni e provenienze differenti. Creare, cioè, quel terreno di base per costruire percorsi di dialogo e non di conflitti, fondati su pregiudizi e informazioni superficiali. Infatti il primo requisito, come gli incontri a livello diocesano e i relatori invitati ci hanno indicato, è quello di conoscersi stando insieme a lavorare per una convivenza pacifica e rispettosa.

Gli strumenti utilizzati sono gli incontri formativi con specialisti, religiosi musulmani e cristiani e le testimonianze di residenti. Oltre a ciò le proposte educative nell’ambito dell’oratorio e, infine, ma forse innanzitutto, l’ascolto continuo e attento ad intercettare i movimenti nelle due comunità religiose da parte dei membri dell’èquipe di Dialogo.

Frutti sul territorio

In aggiunta a quanto riferito circa le relazioni amicali spontanee, che sono nate soprattutto grazie ai momenti di collaborazione per le iniziative interreligiose, abbiamo anche raccolto altri frutti. Tra questi la richiesta di portare testimonianza della nostra esperienza in contesti accademici ma anche parrocchiali fuori zona e in una sede comunale dell’hinterland milanese.  A livello di Unità Pastorale Forlanini il dialogo con la religione islamica è stato uno dei temi trattati all’interno di una Assemblea dell’UPF, dedicata alle emergenze del territorio che interpellano la nostra comunità cristiana. Infine il responsabile del Centro Islamico del nostro quartiere ha rivolto diversi inviti al parroco e ad una delegazione dell’équipe in occasioni di cene con rappresentanti istituzionali (religiosi e politici di entrambe le religioni) o di momenti di spiritualità. Alcuni di noi si sono recati a portare la propria solidarietà e un saluto (partecipando ad una cena) ai profughi siriani che il Comune di Milano aveva parzialmente collocato, in modo temporaneo, nei vari centri islamici della città.

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

Indubbiamente non è materia semplice quella di cui si occupa questa iniziativa e, nonostante la presenza di un certo interesse da parte di entrambe le comunità religiose alla prosecuzione di questo percorso, si registrano delle resistenze e delle fatiche da entrambe le parti. La differenza culturale non sempre risulta essere uno stimolo per la conoscenza dell’altro quanto, piuttosto, un’occasione per rinforzare atteggiamenti difensivi e di timore. Inoltre le oggettive difficoltà, nonostante gli sforzi di molti, delle istituzioni politiche e territoriali a rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini tutti, rischiano di creare ulteriori fonti di competizione e di conflitto. Questi fattori, se non li consideriamo debitamente, tendono a ricadere anche sulla nostra iniziativa che tende ad essere percepita come qualcosa che cade dall’alto e non connessa con una realtà concreta che è particolarmente complessa e complicata. 

Eventuali proposte per superare il nodo problematico

Il cammino di incontri, inizialmente finalizzato ad una conoscenza reciproca e articolato su vari argomenti, ci ha portati nell’ultimo anno a porci l’obiettivo di entrare maggiormente nelle questioni relative alla quotidianità. Le conferenze del 2013/14, infatti, hanno avuto come relatori non più esperti o religiosi ma testimonianze di cittadini residenti nel quartiere. Si è concordato, all’interno dell’équipe, di fare un ulteriore passo: condividere alcuni, pochi, progetti comuni (opere di carità, iniziative per i giovani, ecc.) sul piano operativo ed esperienziale. Accanto a ciò si sta pensando di individuare in modo più chiaro le forme di integrazione spontanee già esistenti per, eventualmente, poterle sostenere e sviluppare.

Riflessioni conclusive e prospettive

L’esperienza di questo tentativo di Dialogo, di crearne almeno i pre-requisiti in quelle zone del quartiere più coinvolte da fenomeni di immigrazione, è stata innanzitutto per noi, che l’abbiamo promossa, una opportunità di importante arricchimento personale. Ci ha permesso di sperimentare sulla nostra pelle, attraverso la costituzione di una équipe mista, cosa significhi volersi bene nelle differenze. Rappresenta il primo e unico segnale concreto, da parte della nostra Unità Pastorale, della volontà di avvicinare in modo costruttivo la religione e la fede musulmana. Inoltre ci permette di entrare da protagonisti nelle sfide che riguardano, in modo significativo, la città in cui viviamo e il mondo sempre più globalizzato. Per quanto riguarda il contesto parrocchiale è stato uno stimolo che ha provocato molteplici reazioni che intendiamo accogliere e valutare perché le nostre iniziative siano sempre più a misura dei bisogni emergenti senza, però, perdere di vista orizzonti più ampi. Uno fra tutti, che accomuna le due religioni, L’AMORE VERSO DIO E L’AMORE VERSO IL PROSSIMO.

La prospettiva ci appare quella di proseguire in questo lavoro cercando di coinvolgere nuovi soggetti ed entrare in rete con altre iniziative simili. Tanto va ancora compiuto anche nell’azione di consolidamento di quanto è già in atto.

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