esperienze

Mondovì

La Cittadella della Carità

Un'opera segno

La storia della Cittadella della Carità inizia nel 2009, quando la Caritas Diocesana, per volontà del Vescovo e grazie ai fondi CEI 8xmille, ha riunito tutti i propri servizi in una unica sede, restaurando un edificio concesso in comodato d’uso gratuito dall’Istituto Pagliano. La Cittadella è diventata così Centro Unico dei servizi sociali della Caritas e punto di riferimento fondamentale per le persone bisognose del territorio.

La Diocesi di Mondovì ha affidato alla Caritas Diocesana l’organizzazione e la gestione della Cittadella della Carità, quale “Opera Segno” che:

  • realizzi una reale promozione delle persone, passando dall’aiuto materiale all’attenzione alla persona in tutta la sua globalità, cercando di creare percorsi individualizzati finalizzati al reinserimento sociale e/o lavorativo;
  • comunichi l’assunzione di responsabilità rispetto al territorio delle Comunità Parrocchiali;
  • dia il proprio contributo per costruire una comunità solidale scommettendo sul senso di appartenenza e sulla presenza radicata nel territorio delle realtà locali del volontariato, come testimonianza e costruzione di relazioni di solidarietà;
  • potenzi i contatti ( rete ) con le agenzie laiche ed ecclesiali del territorio.

In questi 5 anni di vita la Cittadella è cresciuta molto, dovendo affrontare problematiche sociali e relazionali nuove ed una crisi economica sempre più incidente sulla quotidianità di molti individui. Di conseguenza, il campo di intervento si è ampliato notevolmente, andando spesso a sopperire attività in precedenza fornite da altri enti e richiedendo una maggiore attenzione verso una progettazione accurata e condivisa delle attività. 

Campo di intervento

Il campo di intervento prevede il sostegno attivo a singole persone e a nuclei familiari in situazione di difficoltà economica, sociale e di integrazione presenti sul territorio, al fine di meglio rispondere alle crescenti e mutevoli situazioni di povertà (tradizionali e “nuove”).

L’area del monregalese, già duramente svantaggiata da un punto di vista geografico, registra purtroppo la presenza di sacche diffuse di marginalità socioeconomica, soprattutto nei paesi che si trovano più lontani dai centri produttivi. Infatti, il problema delle distanze, di una rete stradale inadeguata e di trasporti pubblici carenti emargina un numero elevato di individui che fatica ad avere accesso ai servizi.

L’azione della Cittadella è diffusa su tutto il territorio diocesano, appoggiando le Caritas Parrocchiali nella loro opera di animazione al senso della carità e della giustizia e nella sensibilizzazione della Chiesa locale ai problemi delle povertà vicine e lontane.

Al suo interno sono presenti:

  • il Centro di Ascolto Diocesano
  • il Centro di Aiuto alla Vita
  • l’accoglienza notturna maschile
  • 4 mini alloggi adibiti all’accoglienza femminile (donne o mamme in difficoltà con bambini)
  • la mensa serale
  • la scuola di italiano per immigrati
  • la scuola di cucito
  • un servizio di accompagnamento al lavoro, attraverso tirocini con borsa lavoro presso aziende del territorio
  • una “banca dati” per l’assistenza domestica agli anziani
  • un servizio di microcredito
  • un servizio di assistenza legale con consulenze rese a titolo gratuito da un avvocato
  • un servizio di consegna quindicinale di pacchi viveri per le famiglie bisognose
  • un progetto di sostegno abitativo in collaborazione con il comune di Mondovì
  • un progetto di inclusione sociale con il Consorzio per i servizi sociali del Monregalese
  • un progetto di ritiro e distribuzione mobili con il Volontariato Vincenziano
  • l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse
  • Laboratorio per la Promozione delle Caritas Parrocchiali

Soggetti coinvolti

In questi anni gli operatori della Caritas, con il supporto di volontari, hanno imbastito  sempre più frequenti e proficui rapporti di collaborazione con molti soggetti presenti sul territorio (Servizi Sociali, Comune di Mondovì, centri per l’impiego, Azienda Sanitaria, Centri di Formazione Professionale, scuole, cooperative sociali, imprese, associazioni, ecc.) creando una RETE  importante di sostegno alla persona. Questa formulazione di strategie concertate, attraverso la condivisione di intenti e di progettualità condivise, ha permesso di dare risposte concrete alle persone in difficoltà che si sono presentate al Centro di ascolto diocesano e alle Caritas Parrocchiali.

La Cittadella si avvale di una rete interna, la quale programma incontri a frequenza mensile per monitorare l’andamento delle attività e, sulla base delle valutazioni emerse, pianifica interventi successivi. Si avvale inoltre di una rete esterna, con la quale partecipa, in veste di promotore o partner, a specifici bandi di finanziamento per poter incoraggiare attività di welfare comunitario, di empowerment dell’individuo, di sostegno alla domiciliarità e al lavoro.

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti

La Cittadella si rivolge a quanti sul territorio stanno attraversando periodi di fragilità e disagio economico e sociale. L’obiettivo è fare fronte alle complesse e sempre più variegate forme di fragilità umane, relazionali o di senso che complicano i percorsi esistenziali dell’individuo. Sempre più ampie fasce di popolazione stanno iniziando a evidenziare i segnali di un crescente disorientamento, con problematiche non più risolvibili mediante un approccio focalizzato sule povertà materiali, ma che richiedono invece la presenza di operatori qualificati, energie concertate, un numero più alto di volontari che accompagnino lo svolgimento delle attività.

Attualmente la Cittadella si avvale di tre operatori retribuiti e di circa 150 volontari che con la loro preziosa disponibilità garantiscono l’ampliamento delle iniziative.

Data la sensibilità delle mansioni, il direttore ha incoraggiato fortemente la pianificazione di momenti di formazione.

Gli operatori del centro di ascolto si incontrano mensilmente per una condivisione delle problematicità e delle buone prassi. Anche gli altri volontari si incontrano con frequenza per valutare l’andamento dei rispettivi servizi e per elaborare possibili strategie future.

Importante è la connessione con le parrocchie, che a partire dall’ottobre di quest’anno sarà potenziata grazie ad alcuni momenti formativi rivolti ai volontari con lo scopo di ampliarne le competenze.

Frutti sul territorio

Dalla presenza della Cittadella sono nati tantissimi germogli, alcuni dei quali dopo un periodo iniziale di gestione in seno alla Cittadella, sono stati presi in carico da altre associazioni, creando alleanze educative significative. Un esempio è il doposcuola, la cui importanza ha fatto sì che si sia creata una cordata di enti istituzionali, cooperative ed associazioni per sostenerlo e potenziarlo.

La progettazione 8xmille è stata fondamentale in questi anni per garantire le attività ordinarie della Cittadella e la creazione di nuove opportunità: il progetto “Find & Try” ha gettato le basi per il volontariato giovanile presso la mensa, rendendo possibile l’apertura anche la domenica sera. Anche il progetto TRISS, in collaborazione con la Pastorale Giovanile e l’A.GE (associazione dei genitori) e gli Istituti Scolastici ha visto la creazione di spazi aggregativi per i giovani.

Importante è anche la collaborazione con il Teen STAR, che ha permesso di offrire presso le scuole percorsi formativi per gli adolescenti sulle tematiche della relazionalità.

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

A fronte di nuovi bisogni emergenti, l’alto numero di volontari, che rappresenta un enorme ricchezza per i diversi tipi di competenze che ogni individuo può apportare, a volte ostacola la possibilità di intraprendere un percorso continuativo ed armonico, che andrebbe bilanciato con una formazione ancora più mirata tra tutti gli operatori.

Per quanto riguarda la rete, è necessario superare la frammentarietà delle risposte, causata dalla mancanza di comunicazione e condivisione di conoscenze.

Infine, il denaro deve essere un attivatore di risposte, non una risposta fine a se stessa, perchè il rischio è quello di cadere nell’assistenzialismo.

Eventuali proposte per superare il nodo problematico

Formazione strutturata: è necessario un ascolto competente, che non può prescindere da una formaizone che coinvolga tutti gli operatori e i volontari. Acquisizione di competenze, occasioni di incontro e condivisione di stili.

Progettazione condivisa: coinvolgimento dei destinatari. Creare luoghi di incontro autentico: il beneficiario va coinvolto attivamente nel progetto di uscita dal disagio

Decentramento dell’azione: potenziare le azioni verso le periferie, creare accompagnamento verso le comunità.

Riflessioni conclusive e prospettive

Quelle che prima erano fasce protette, sono diventate sempre più fragili. Quella che prima era capacità di fronteggiare le situazioni, con casistiche certo difficili, ma in parte circoscrivibili ad un determinato ambito, si sta invece tramutando sempre di più in un’autentica rincorsa di un mondo che sta cambiando troppo velocemente con risorse non più adeguate a tenerne il passo. Un tentativo destinato a fallire, se i mezzi non saranno aggiornati e gli sforzi compiutamente indirizzati.

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