esperienze

Palermo

Missione di speranza e carità

Accoglienza dei nuovi poveri e dono di sé

La Missione di Speranza e Carità nasce nel 1991, sotto i portici della Stazione Centrale della città di Palermo, ad opera di fratel Biagio Conte, Missionario laico. Il carisma della Missione consiste nell’accoglienza e nel dono di sé ai nuovi poveri delle città, cioé a tutti quelli che, rimanendo indietro e ai margini di questa società spesse volte indifferente, vengono chiamati barboni, vagabondi, giovani sbandati, alcoolisti, ex detenuti, separati, disoccupati, prostitute, profughi e immigrati.

A sostegno di fratel Biagio, la provvidenza ha posto Don Pino Vitrano, un Padre Salesiano che, con la sua preziosa presenza, sin dagli albori della Missione si è impegnato nella risoluzione delle numerose problematiche che quotidianamente richiedono attenzione, oltre ad essere strumento di consolazione e guida spirituale per i numerosissimi fratelli accolti nei centri della Missione.

Dopo i primi locali concessi all’interno di un edificio adiacente la stazione centrale di Palermo, nel corso degli anni la Missione è andata crescendo,  ottenendo dalle autorità civili, anche se con notevole fatica, i locali dell’ex disinfettatorio comunale di via Archirafi. Grazie al costante impegno di fratel Biagio, di Don Pino e gran parte dei fratelli accolti, quel plesso, in completo stato di abbandono, è stato completamente ristrutturato e oggi ospita oltre 130 persone di tutte le nazionalità e credo religioso. Infatti, la Missione ha la caratteristica di essere un “luogo” aperto a tutti senza fare alcuna differenza di religione, di condizione sociale e di provenienza geografica.  L’immigrato, e lo straniero in genere, è considerato assolutamente uguale al cittadino di nazionalità italiana, per cui all’interno della Missione l’appellativo con il quale ci si riferisce agli altri è soltanto quello di “fratello” e “sorella!”

Con il passare degli anni i bisogni e le richieste di aiuto delle sorelle e dei fratelli “ultimi tra tutti”, piuttosto che diminuire sono incrementati. Così, grazie  all’aiuto dei volontari, venne individuata un’altra struttura, abbandonata e disabitata da circa 24 anni: l’ex convento di Santa Caterina sito a Palermo, in via Garibaldi. Era l’anno 1998. Anche in quest’occasione dinanzi alla richiesta di potere usufruire di questo spazio inutilizzato, il Comune di Palermo presentò non poche difficoltà, superate grazie all’intervento dell’allora Arcivescovo di Palermo, il Card. Salvatore De Giorgi. Tutti i fratelli e i volontari si diedero prontamente da fare per ristrutturare e rendere agibili tutti gli ambienti, che versavano in uno grave stato di degrado. Così, l’8 dicembre del 1998, è iniziata l’accoglienza femminile della Missione di Speranza e Carità, che ad oggi conta 120 sorelle tra donne singole e mamme con bambini.

In questi ultimi anni, la massiccia immigrazione di uomini, donne e bambini, è divenuta un’emergenza sociale continua che investe soprattutto le regioni più meridionali dell’Italia e interpella la comunità civile e cristiana. L’assenza di strutture idonee ad accogliere i poveri e i bisognosi provenienti da altri Paesi – particolarmente dal Continente africano – e i disagi psicofisici sofferti da queste sorelle e fratelli, hanno indotto fratel Biagio a lanciare, ripetutamente e in modo chiaro, fortissimi appelli alle Istituzioni, affinché venissero concessi alla Missione i locali dell’ex Caserma dell’ Aeronautica Militare di via Decollati a Palermo. Correva l’anno 2001 e, come in precedenza, anche questa volta vi furono delle resistenze superate solo dopo un prolungato digiuno messo in atto da fratel Biagio. Questa forma di protesta non violenta, mosse alla solidarietà tantissimi cittadini e associazioni, e la stessa Chiesa di Palermo, perché venisse concessa la metà dell’area su cui insisteva la caserma in disuso.

Oggi questo luogo porta il nome di “Cittadella del Povero e della Speranza” e accoglie oltre 700 immigrati, garantendo a tutti un letto, tre pasti al giorno, assistenza sanitaria e burocratica e l’avviamento al lavoro, oltre al conforto e all’amore fraterno. Nella Cittadella e nel centro di accoglienza di via Archirafi sono presenti “extracomunitari” provenienti da Ghana, Etiopia, Senegal, Sudan, Mali, Nigeria, Ciad, Eritrea, Tunisia, Marocco, Libia, Algeria, Egitto, centro Africa ed anche  Asiatici, nonché fratelli provenienti da Paesi Comunitari come Romania, Polonia e Francia.

Nell’ultimo anno e mezzo, grazie alla Provvidenza (la Missione vive ed è sostenuta grazie alle donazioni dei cittadini e non da fondi statali) e all’attenzione tangibile dimostrata dall’Arcivescovo di Palermo, Card. Paolo Romeo, e da Monsignor Michele Pennisi e Monsignor Salvatore Di Cristina, rispettivamente Arcivescovo e Arcivescovo Emerito dell’Arcidiocesi di Monreale, sono stati dati in uso, alla Missione di Speranza e Carità, terreni coltivabili appartenenti al “feudo” di Tagliavia e quelli di Villa Florio a Palermo. Grazie all’uso di questi terreni, la Missione oggi riesce a colmare parte delle emergenze cui la grave crisi economica, attraversata dal nostro Paese ormai da un quinquennio, non permetteva più di far fronte, in particolare per l’acquisto delle materie prime.

La Missione, nella promozione delle opere in favore di questi fratelli indigenti, pone costante attenzione a non scadere in alcuna forma di l’assistenzialismo. Al contrario, mira al recupero integrale delle persone, della dignità di quanti si sono trovati ai margini della società, a volte loro malgrado, e che spesso vengono considerati irrecuperabili. Per questo motivo, tutti coloro che sono accolti nelle diverse strutture delle Missione, si rendono attori indiscussi nella messa in opera di tutte le attività necessarie a far progredire le iniziative di carità e di speranza promosse.

Grazie all’opera di volontariato prestata da artigiani e liberi professionisti, si cerca di dare una speranza a questi fratelli, mettendoli nella possibilità di imparare ad esercitare un mestiere e un’arte e impegnandoli in piccoli lavori artigianali. Nella sede di via Archirafi è operativa una falegnameria, un’officina da fabbro e  saldatore, un’officina meccanica e un laboratorio per la lavorazione artigianale del cuoio. Nella sede di via Decollati sono già presenti una sartoria e una lavanderia professionale, un forno per la produzione di biscotti e la panificazione  per le sei comunità (circa 350 Kg di pane al giorno!). Inoltre  sono in fase di realizzazione una saletta multimediale per i corsi di alfabetizzazione, laboratori per lavori artigianali in legno e ceramica, per lavori da idraulico ed elettricista.

Grazie a questi impegni, molti dei fratelli accolti nella Missione si sono socialmente e moralmente riscattati dalla loro condizione d’indigenza, riscoprendo la gioia di vivere con dignità all’interno di questa società che li aveva lasciati indietro ed emarginati.

1 Commento a “Missione di speranza e carità”

  1. maria grazia
    il

    in tempi di crisi vocazionale e di difficoltà di manutenzione e gestione dei beni ecclesiastici sarebbe il caso di aprire e mettere a disposizione di iniziative di Missioni così concepite in tutta Italia in modo da creare circoli virtuosi.

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