esperienze

Piazza Armerina

Chiesa, comunione di persone

Da collaboratori a corresponsabili: il dono della relazione filiale e fraterna

Prima di iniziare a raccontare dell’esperienza pastorale che viviamo e cerchiamo di portare avanti nella Diocesi di Piazza Armerina, vorremmo ringraziare dell’invito e del coinvolgimento nella fase preparatoria del Convegno Ecclesiale di Firenze, certi che questo convito porterà forza e sostegno a tutta la Chiesa di Dio.

Nel 2009 tra il 18 e il 20 novembre la chiesa locale armerina si riunisce riflettendo e condividendo sul tema “Chiesa, comunione di persone. Da collaboratori a corresponsabili: il dono della relazione filiale e fraterna”. Quel convegno fu molto partecipato e rappresentò un’occasione di incontro tra presbiteri, laici, consacrati, operatori pastorali, catechisti, animatori di gruppi, i quali hanno il compito di testimoniare qualcosa agli altri in rapporto all’autenticità delle relazioni. Abbiamo cercato di cogliere in che senso le nostre relazioni pastorali hanno un significato educativo, in che modo queste possono aiutare gli altri a crescere e attraverso di esse anche noi possiamo crescere.

La crescita vista come fatto reciproco e le nostre relazioni pastorali che cercano di mediare e aiutare la crescita e la maturazione di tutti.

Il messaggio cristiano ha bisogno dell’orizzonte vocazionale, dell’orizzonte per cui siamo veramente persone quando ci lasciamo provocare dagli altri, dagli appelli che ci vengono dalla vita, da Dio. Le nostre esperienze pastorali che facciamo, sul piano della relazione, vivono una sfida profonda alla reciprocità, chiedono di essere dentro un orizzonte di scambio di doni come riconoscimento reciproco di ricchezze.

In quest’ottica di reciprocità scatta il senso di appartenenza, il senso del sentirsi parte e insieme all’iniziativa di Dio, anche noi, sentendoci riconosciuti, cresciamo nell’esperienza di fede dentro relazioni ecclesiali avvertite significative.

Un gruppo di coppie che partecipammo a quell’incontro fummo sollecitate e interpellate, alla luce del cammino formativo parrocchiale e diocesano che stavamo facendo già da qualche anno.

Alcuni di noi venivano da impegni nella pastorale giovanile, risultata significativa nel cammino formativo personale. Si tratta di un gruppo di famiglie che già si incontrava in parrocchia da qualche anno, pur nelle difficoltà, in particolare di carattere logistico, tenendo conto delle esigenze dei bambini e/o dei familiari; la volontà di incontrarsi, di condividere il nostro cammino di coppie e di famiglie, creare una sorta di “famiglia allargata” a modo nostro, ci ha permesso di avere relazioni significative vissute non solo da noi genitori, ma anche dai nostri figli.

Ad un certo punto della nostra storia, ci siamo resi conto, anche grazie a strumenti che la CESI ci aveva dato (corso biennale per operatori di pastorale familiare), che dovevamo iniziare a cambiare la nostra logica nel servizio pastorale.

Per noi è stato essenziale scoprire il senso del nostro matrimonio come sacramento, e quanto questo possa incidere nella nostra vita quotidiana.

La difficoltà che spesso abbiamo riscontrato è la reticenza e il disinteresse delle coppie a mettersi in gioco, ad allargare le proprie relazioni, al di fuori di quelle strettamente familiari, lavorative o congiunturali per i diversi impegni quotidiani.

I nostri presbiteri nella loro vocazione, sono aiutati e sostenuti durante un lungo cammino di discernimento e periodicamente continuano la loro formazione e condivisione; mentre le giovani coppie di fidanzati, spesso sono lasciate alla loro buona volontà, fino ad arrivare ai corsi in preparazione al matrimonio, successivamente la vita della famiglia appena costituita, raramente viene curata e sostenuta se non nei momenti di richiesta dei sacramenti dei propri figli, lasciata da sola nel vivere le difficoltà quotidiane.

In passato, la pastorale familiare diocesana armerina ha affrontato questa situazione proponendo ai diversi vicariati corsi formativi a coppie di sposi, per offrire percorsi per una preparazione immediata al matrimonio secondo uno stile aperto, al fine che i fidanzati scoprano progressivamente, con grande stupore e una profonda gioia, lo straordinario dono che Dio offre al loro amore e, di conseguenza, la Sua stupenda paternità.

Da allora inizia un rapporto amicale tra le coppie partecipanti che ci segnerà per sempre, cercando occasioni di scambio e di sostegno ai cammini ecclesiali che viviamo.

Nel 2012 l’Azione Cattolica diocesana, con l’area Famiglia e Vita, propone a coppie che operano nella pastorale familiare di collaborare, convinti dell’essenzialità di una pastorale integrata, senza camere stagne, cercando di operare insieme, programmando un’azione che entri nella quotidianità delle famiglie.

L’ Azione Cattolica vive periodicamente giornate dedicate; in particolare l’ACR con le giornate della Pace, con la Festa del Ciao…

Alla luce del desiderio di condividere una bella giornata con i nostri figli, ci siamo posti una domanda: “perché non proporre ai genitori dei bambini e dei ragazzi di vivere la Giornata con i propri figli?”.

Rispettando il calendario delle giornate-festa diocesane dell’Azione Cattolica Ragazzi, che si svolgono di volta in volta nei diversi vicariati della diocesi, sono invitati a partecipare non solo gli aderenti ACR ma tutti i ragazzi della diocesi, in particolare quelli del paese ospitante, insieme ai loro genitori; la Giornata tratta un tema specifico approfondito dai ragazzi che vivono esperienze a loro dedicate, nello stesso momento, i loro genitori sono coinvolti da una equipé di coppie e presbitero riflettendo sullo stesso tema dei loro figli attraverso modalità diverse.

La Giornata si conclude insieme.

Con questa modalità si intende coinvolgere i genitori, che altrimenti potrebbero essere solo accompagnatori dei propri figli; dare la possibilità a tutta la giovane famiglia di vivere una giornata significativa insieme; l’esperienza possa essere di sostegno a continuare nelle proprie città gruppi di famiglie che condividano un cammino; accrescere l’interesse delle giovani coppie verso temi che, inserite nelle dinamiche familiari, potrebbero aiutare ed aiutarci a leggere la nostra quotidianità come la guarda Dio.

Si tratta di un’esperienza giovane, che risulta essere entusiasmante e partecipata, che chiede sicuramente tempo di essere migliorata grazie alle ricadute che vengono condivise volta per volta. Data la cadenza periodica degli appuntamenti, questi potrebbero creare un contatto costante tra le famiglie creando una rete, un cammino condiviso, nella nostra realtà diocesana.

Grazie per averci dato la possibilità di raccontare la nostra esperienza.

Azione Cattolica diocesana, ACR diocesana,
gruppo famiglie Parrocchia S. Maria di Gesù- Pietraperzia

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