esperienze

Pitigliano - Sovana - Orbetello

Il Monte

Ritiro spirituale per i malati

Dal 1989 nel mese di maggio la sottosezione Unitalsi di Sovana organizza alcune giornate di spiritualità per gli ammalati della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello.

Dopo aver vissuto l’esperienza del servizio a Lourdes, alcuni volontari  proposero a S.E. Mons. Angelo Comastri, allora parroco di Porto S. Stefano, di dare continuità al cammino intrapreso e di realizzare una nuova occasione di incontro per gli ammalati da vivere nel nostro territorio. ‘Don’ Angelo  accolse con gioia la proposta e qualche tempo dopo benedì la prima esperienza tra la pace e i silenzi del convento dei Padri Passionisti.

All’inizio doveva chiamarsi “la piccola Lourdes”,  ma con il tempo l’esperienza si è radicata ed ha acquisito un’identità così forte che oggi nessuno la chiama così, ma semplicemente “Il Monte”.

Il Ritiro Spirituale viene svolto presso il Convento dei Padri Passionisti sul Monte Argentario, nei luoghi dove S. Paolo della Croce nel 1728 fondò la prima Congregazione della Passione di Gesù.

In questi luoghi santi, che hanno visto nascere e maturare la santità di S. Paolo della Croce, il ritiro spirituale nel tempo è cresciuto in impegno e presenze.

Ogni anno gli ammalati e i volontari vivono quattro giorni intensi di preghiera e ascolto della Parola di Dio, di condivisione e comunione nella semplicità dell’amicizia in un clima gioioso e sereno che invita ad essere presenti con un cuore attento ai bisogni dell’altro.

Il Monte è un’esperienza di comunione e di fede aperta a tutti, che coinvolge in varia misura la popolazione dei paesi limitrofi e di tutta la Diocesi, con la partecipazione di numerose persone fra volontari, pellegrini e fedeli che si riuniscono, soprattutto, nel momento delle varie celebrazioni.

La durata di questa esperienza è di quattro giorni con tre pernottamenti.

Nei locali del Convento vengono ospitati circa 60 ammalati che soggiornano al Monte per tutta la durata dell’esperienza e ai quali si aggiungono, in diversi momenti, altri malati, disabili e anziani provenienti da tutti i paesi della diocesi.

I barellieri e le dame che fanno servizio al Monte sono circa 100, provenienti dai vari paesi della diocesi e si alternano con due turni di servizio (dalle 07.00 alle 14.00 – dalle 14.00 alle 22.00). Durante l’esperienza indossano l’uniforme dell’associazione in segno di servizio e di disponibilità come nei pellegrinaggi a Lourdes. A questi si aggiungono circa 20 volontari che prestano il servizio  notturno e circa 30 persone che prestano servizio in cucina. Un dato importante può essere rappresentato dal numero dei pasti serviti durante questa esperienza che, per l’anno 2012, per esempio, è stato di circa 1.500.

Nell’iniziativa vengono coinvolte altre associazioni di volontariato che operano nel settore sanitario (Confraternita di Misericordia di Porto S. Stefano e Albinia, la Croce Rossa di Porto Ercole,  Orbetello e  Capalbio), che mettono a disposizione ambulanze, pulmini e personale qualificato e che si alternano per garantire un soggiorno sicuro ai nostri ospiti. Non manca inoltre il personale sanitario (medici, infermieri e quanti operano nell’ambito della disabilità) che offre la propria disponibilità di tempo e di professionalità durante l’esperienza.

L’organizzazione del ritiro è impegnativa e curata in modo capillare in ogni aspetto: la preparazione degli ambienti, il trasferimento del materiale (carrozzine, lenzuola e coperte, tavoli, sedie ecc.), il montaggio del gazebo (una grossa struttura di 36mt x 8mt) usato come refettorio per tutti (malati, personale e ospiti), l’approvvigionamento dei generi alimentari necessari per la preparazione dei pasti durante l’esperienza, l’allestimento dell’infermeria ecc.

Le quattro giornate al Monte Argentario sono scandite da vari momenti liturgici guidati da diversi sacerdoti seguendo il Tema pastorale dell’Unitalsi che orienta ogni anno il cammino spirituale dell’associazione: le lodi mattutine, il rosario, la liturgia Penitenziale con le confessioni, la Liturgia della Luce nella sera, la via Crucis, la Messa solenne celebrata dal Vescovo e la Processione Eucaristica, le testimonianze di vita e di fede.

Durante i quattro giorni è prevista, anche, la “giornata diocesana” con la partecipazione del Vescovo ordinario e di diversi sacerdoti e fedeli provenienti da tutta la diocesi. In occasione di questa giornata alcune parrocchie, in particolar modo quelle più lontane, organizzano anche dei pullman per agevolare il trasferimento dei fedeli. La S. Messa, seguita dalla Processione Eucaristica, è il momento centrale dell’esperienza per la presenza del Vescovo, che presiede la celebrazione, di numerosi sacerdoti, delle autorità civili e militari e della popolazione invitata per l’occasione.

Nel 2014 ricorre la venticinquesima edizione del Monte, un piccolo patrimonio di tante storie da custodire e da tramandare, che vive grazie all’impegno e al servizio generoso e gratuito di persone di buona volontà.

L’esperienza del ritiro per i malati ha prodotto, a livello diocesano, alcune conseguenze significative. La prima è sicuramente il coinvolgimento di molte comunità parrocchiali (almeno 12) non soltanto nell’organizzazione e nella gestione dell’esperienza stessa, ma soprattutto in una più organica ‘pastorale della salute’, la quale, da molti anni a questa parte, è divenuta parte integrante delle programmazioni pastorali di queste stesse comunità parrocchiali. ‘Il Monte’ ha prodotto, sicuramente, una rinnovata attenzione verso i malati lì dove essi vivono e ha spinto molte comunità a chiedersi cosa potevano fare per questi fratelli e queste sorelle in difficoltà.

Inoltre, la validità dell’esperienza rivolta a tutti, ha dato vita ad una analoga proposta, indirizzata però, in questo caso, ai malati giovani, detta ‘Monte Giovani’, la quale, da circa 4 anni, viene organizzata nel corso del mese di agosto e gestita dai volontari dell’Associazione che si occupano dei loro coetanei e che sta iniziando a rappresentare un occasione di impegno per tanti giovani della nostra Diocesi.

Le difficoltà riscontrate nell’ambito di questa iniziative sono strettamente legate agli aspetti organizzativi. La presenza contemporanea, durante la quattro-giorni, di malati, personale volontario, pellegrini, personale di supporto, rappresenta ogni volta una importante ‘sfida’ organizzativa, la quale, però, viene sempre vinta grazie alla disponibilità e alla generosità di tutte le persone coinvolte e, anche, grazie alla competenza organizzativa accumulata dall’UNITALSI diocesana in questi 25 anni di vita di questa esperienza. La criticità più importante è, sicuramente, quella legata alla cosiddetta ‘formazione del personale. Ogni anno vengono proposti, a cura dell’associazione, 4 incontri (3 di formazione spirituale, 1 di tipo tecnico-organizzativo) di preparazione al ‘Monte’, tutti molto partecipati; è necessario, però, approfondire costantemente questa formazione, soprattutto perché il servizio che viene richiesto a tutti i volontari è estremamente delicato, in quanto rivolto a persone che stanno vivendo una realtà, quella della malattia, assai complessa dal punto di vista umano e spirituale.

Il 28 aprile 2011 la Presidenza Nazionale Unitalsi ha riconosciuto “Il Monte” come Pellegrinaggio regionale e questo fatto ha dato ulteriore slancio ed entusiasmo a tutti coloro che si impegnano per rendere questa esperienza diocesana sempre più bella e significativa, capace di trasmettere le emozioni che rendono ‘piena’ la nostra vita.

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