esperienze

Pozzuoli

Regina Pacis

Centro educativo diocesano

L’idea di creare nella Diocesi di Pozzuoli un polo educativo per la formazione degli educatori e la realizzazione di alcune opere di carità educativa viene dal Vescovo, Mons. Gennaro Pascarella, nel 2011 e man mano si è andata chiarificando nel dialogo e nel confronto con altri sacerdoti, in linea con gli orientamenti pastorali della Chiesa Italiana inerenti l’emergenza educativa, fino alla sua realizzazione e inaugurazione nell’ottobre del 2013.

Il Centro Educativo Diocesano è una struttura che nasce come risposta all’emergenza educativa connessa ai bisogni insopprimibili di giustizia, di vita e di speranza dei più piccoli, alle richieste di aiuto delle famiglie multiproblematiche, di chi soffre nell’anima, nella psiche e di chi ha bisogno di un ascolto e di un sostegno. Il Centro è quindi pensato dalla Chiesa di Pozzuoli come uno strumento educativo a servizio della Diocesi e del territorio, dei piccoli e dei giovani.

Campo di intervento

Il Centro Educativo Diocesano “Regina Pacis” è un cantiere educativo in un doppio senso: si occupa di formazione e consulenza psico-pedagogica e di progetti di carità educativa. Il Centro opera per favorire il dialogo e lo scambio tra la comunità cristiana ed il territorio, tra istituzioni, Chiesa, società civile per dar vita ad una rete educativa solida, all’altezza della complessità dei nostri tempi e dei territori in cui esso sorge, territori in cui la camorra e la mancanza di un senso del bene comune troppo spesso generano una cultura di morte e di malessere, rubando la speranza ai bambini ed ai giovani.

Pertanto, il Centro intende sostenere una cultura dell’inclusione e della giustizia, del benessere morale e psicosociale e favorire la riflessione culturale e pedagogica,  particolarmente necessaria anche per chi si occupa nella Chiesa di trasmettere la fede alle nuove generazioni.  Il Centro rappresenta un’agenzia educativa e formativa che attraverso il suo personale qualificato offre a parrocchie, associazioni, movimenti, oratori, insegnanti la propria consulenza per tutto ciò che riguarda la formazione metodologica e psicopedagogica di educatori, animatori d’oratorio, insegnanti, genitori, catechisti e di tutti coloro che sono impegnati nel campo dell’educazione e del lavoro con bambini, ragazzi e giovani.

Soggetti coinvolti nell’iniziativa

Nel centro operano educatori professionali, psicologi, counselor, psicoterapeuti e una pedagogista, , ciascuno dei quali, in base alle proprie competenze, svolge funzioni di cura educativa e sostegno psicologico. Inoltre, una fitta rete di famiglie, volontari operano a supporto dei progetti del Centro, come cuochi o anche occupandosi della cura degli ambienti e dell’accoglienza dei giovani. Collaborano anche giovani volontari del servizio civile che affiancano gli educatori nelle attività rivolte a giovani e bambini.

Sul versante istituzionale, il Centro collabora con i Servizi sociali dei territori coinvolti, con le scuole di provenienza dei bambini, e con l’associazionismo presente in diocesi.

Inoltre il centro si avvale della consulenza scientifica dell’Università degli Studi di Bologna e dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope. Sono attive convenzioni per il tirocinio di studenti che svolgono percorsi accademici affini ai temi del centro con l’Università di Bologna e con l’Istituto universitario Suor Orsola Benincasa.

Sul versante dell’allestimento e gestione degli spazi educativi, il Centro si avvale della consulenza della ditta Ludovico srl, leader nell’ambito degli allestimenti dei servizi educativi.

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti

I target del Centro sono differenti e si collocano sui due livelli di azione prima enunciati. Pertanto, sul versante della formazione psico-pedagogica il centro si rivolge prevalentemente a insegnanti di ogni ordine di scuola, dirigenti scolastici, educatori professionali, genitori, animatori e responsabili di oratorio, catechisti, sacerdoti, giovani.

Vengono periodicamente realizzate attività di formazione (seminari, focus group, attività laboratoriali) mirate a questi target allo scopo di favorire una crescita in senso culturale e spirituale degli educatori come dei giovani, nonché di stabilire occasioni di confronto intergenerazionale su temi di particolare attualità e interesse.

Sul versante dei progetti di carità educativa, sono attivi tre progetti.

1) Il Progetto Integra nato 10 anni fa nella Diocesi di Pozzuoli che ad oggi ha seguito circa 600 bambini difficili e le loro famiglie. Il progetto si realizza come offerta formativa extra-scolastica, all’interno delle strutture offerte dal Centro educativo. I soggetti coinvolti sono 50 minori a rischio dai 6 ai 18 anni insieme ai loro genitori. L’azione formativa, che si divide tra sostegno all’apprendimento e attività laboratoriali, è tesa a rendere i ragazzi consapevoli del proprio ruolo di protagonisti della loro esistenza, favorendo l’espressione creativa delle loro capacità, immaginazione ed emozioni, come strumenti di conoscenza e di formazione. Nel progetto sono attivamente coinvolti anche i genitori che partecipano a un percorso di sostegno alla genitorialità – con incontri svolti con cadenza mensile – che vuole rappresentare una funzione di supporto al ruolo educativo,

2) La comunità “Casa Papa Francesco” accoglie i giovani provenienti dall’esperienza carceraria o con una pena alternativa a questa, restando tuttavia aperta a tutte le situazioni di disagio e/o di devianza giovanile. Il centro può ospitare 10 ragazzi in via di dimissione dagli Istituti Penali minorili che esprimano la volontà di essere accompagnati nel percorso di inclusione sociale. La struttura residenziale viene gestita 24 ore da una turnazione di educatori.

Il Progetto mira ad offrire delle possibilità di emancipazione da contesti degradati, attraverso l’offerta di quegli strumenti che ragazzi giovanissimi difficilmente possono avere al termine di un periodo di detenzione: l’ascolto delle loro problematiche, l’orientamento formativo, l’accoglienza, la formazione, l’assistenza legale, l’ospitalità. In tal senso, la casa di accoglienza vuole essere un punto di riferimento in cui ciascuno possa ricevere l’aiuto necessario per costruirsi un futuro migliore.

3) Il Progetto PACIS offre percorsi di accompagnamento psicologico, pedagogico o di counseling con assoluta gratuità per coloro che vivono situazioni di disagio economico.

Attraverso un servizio di ascolto e di consulenza psicologica e/o pedagogica lo Sportello mette a disposizione  i seguenti servizi:

–  Incontri di counseling
– Incontri di aiuto e sostegno psicologico
– Incontri di aiuto e sostegno psicopedagogico per genitori
– Percorsi di psicoterapia.
– Incontri di orientamento scolastico e professionale
– Consulenza pedagogica per tutti coloro che sono impegnati in attività educative.

Frutti sul territorio

Il territorio si è mostrato “assetato” dal punto di vista educativo, pertanto sia con le scuole sia con le parrocchie, diverse sono state le azioni realizzate a favore di ragazzi o giovani in difficoltà. Alcune delle scuole hanno anche richiesto l’attivazione di percorsi formativi per gli insegnanti a cura del Centro.

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

Il contesto in cui si realizza questa esperienza è quello di una particolare difficoltà, considerato come la carenza del tessuto sociale  renda un caso difficile enormemente più difficile, perché il contesto non sostiene la difficoltà: un bambino con difficoltà vive in una famiglia difficile, in un quartiere difficile, in una città difficile, in una Regione difficile. Spesso, dunque, al problema personale, ad esempio un ritardo nello sviluppo, o un evento traumatico come la perdita di un genitore o la separazione, si aggiunge quello sociale, culturale ed istituzionale. E’ evidente come educare in questa specifica situazione significa lottare su più fronti. In particolare è molto evidente la scarsa presenza degli Enti locali sia in termini di supporto finanziario ai progetti che si servizi offerti sul territorio.

Eventuali proposte per superare il nodo problematico

Fondamentale è ricercare sul territorio ciò che può far rete, valorizzando  ciò che esiste, sebbene scarso in termini di qualità e quantità. Bisogna resistere alla tentazione di sostituirsi alle istituzioni, quando queste latitano. Bisogna richiamare ciascuno al suo ruolo, è necessario non rinunciare alla rete. Scoraggiare la delega e richiamare a ruoli e competenze è fondamentale per un servizio come quello del Centro che di fatto esprime una realtà di terzo settore e come tale deve operare a supporto delle Istituzioni non “al posto di”, perché diversamente si incoraggia il collasso totale del sistema sociale. Ed è questa la sfida delle sfide. Esserci per una realtà come quella del Centro educativo vuol dire essere con nella consapevolezza che è la comunità che educa non il singolo, per quanto impegno e buona volontà ci metta.

Riflessioni conclusive e prospettive

Non esistono bambini o giovani troppo difficili, ma neppure difficili e basta: esistono storie di vite difficili, a volte ai limiti dell’immaginazione, rispetto alle quali i bambini, i giovani sono fin troppo “facili”. Ciò che invece deve esistere è il diverso livello di competenza da attivare in ragione delle difficoltà espresse, ossia la necessità di qualificare il lavoro educativo in ragione di questa complessità; ecco, quindi, il ruolo essenziale che come Chiesa svolgiamo, lavorare per fronteggiare questa complessità e restituire una speranza concreta, offrendo ai bambini, alle famiglie, ai giovani, agli educatori opportunità di emancipazione culturale e sociale. Il lavoro educativo è lungo, occorre avere una “impaziente pazienza” e saper aspettare. Il Centro vuole costituire un punto di riferimento stabile sul territorio che possa, negli  anni favorire lo sviluppo endogeno e pertanto contribuire a riqualificare un territorio che appare “in ginocchio”, anche svolgendo percorsi di ricerca in ambito psicologico e pedagogico per individuare percorsi metodologici efficaci trasferibili in altri contesti.

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