esperienze

Ragusa

Difficoltà di credere ed educare

Cultura e bellezza in dialogo

Durante l’anno pastorale 2008-2009, p. Biagio Aprile (OFM Conv.) nominato da S.E. Mons. Paolo Urso direttore dell’Ufficio diocesano per la cultura, la scuola e l’università, con l’allora preside della Pontificia Facoltà “San Bonaventura” di Roma, prof. p. Kijas ed il vescovo di Ragusa decisero di dar vita ad una Cattedra di “Dialogo tra le culture” che rispondesse al doppio bisogno di ritrovare la propria identità culturale e religiosa, unitamente a quello di saper entrare in dialogo con persone sempre più numerose provenienti da altri Paesi, in un orizzonte di pacifica convivenza e cittadinanza attiva. Il progetto, oggi consolidatosi e istituzionalizzato vede la collaborazione dei tre enti promotori: Diocesi di Ragusa, Facoltà “San Bonaventura” e Provincia religiosa dei Frati Minori Conventuali di Sicilia. Da allora, Ufficio e Cattedra hanno lavorato in sinergia offendo una ricchissima proposta culturale al territorio non solo diocesano e provinciale, spaziando dalla dimensione accademica a quella culturale in senso ampio (arte, cinema, teatro, musica, poesia, etc.). Si è giunti al sesto anno di attività. 

Campo di intervento

Si delinea tra recupero dei valori tradizionali della fede cristiana, (conoscenza delle sue radici ebraiche), apertura al dialogo con il mondo islamico e delle altre religioni, promozione di una cultura capace di sviluppare virtù e ragionevolezza all’interno di una visione unitaria e integrale dell’essere umano, formazione permanente su temi antropologici ed educativi, promozione dell’arte (visiva, cinema, teatro, musica, poesia, ecc.) quale via di bellezza e di spiritualità.

Soggetti coinvolti

Nelle varie iniziative promosse, si sono coinvolti: Università italiane (Catania, Palermo, Bergamo, Milano) e straniere (Tunisi, Parigi, Madrid, Svizzera), enti pubblici (ASP, Prefettura, Questura, Provincia, Comuni, scuole di ogni grado), ordini professionali (medici, giuristi, imprenditori, architetti, ingegneri), associazioni (Club Service, Calicantus, Banca Etica, UCIIM, UniTre, ecc.), enti privati (Banca Agricola Popolari di Ragusa) e religiosi (Frati Minori Conventuali di Sicilia, Suore Serve della Divina Provvidenza di Catania), altri uffici diocesani (Caritas, IRC, ecc.).

Soggetti destinatari

Le iniziative del settore si sono rivolte a tutti coloro che hanno responsabilità educative. In particolar modo: docenti, studenti, volontari, operatori nel terziario, professionisti (psicologi, politici, avvocati, giudici, medici, architetti), genitori, dirigenti, animatori e quanti operano in ambiti sociali a rischio. 

Finalità e strumenti

Le finalità perseguite, con metodo multi e trans-disciplinare, sono:

  • Studiare la crisi culturale e identitaria in atto
  • Comprendere l’apporto delle religioni come possibile risposta alla crisi
  • Affrontare le problematiche inerenti il rapporto tra docente e discente, e tra le generazioni
  • Offrire strumenti didattici per la trasmissione dei valori fondanti e condivisi tra le civiltà, servendosi del canale dell’arte, del cinema e della musica
  • Fornire contenuti e metodologie in vista di uno studio comparato delle culture
  • Studiare l’accoglienza della diversità in vista di progetti interculturali
  • Formare ad una coscienza “intra-culturale” capace di allargare i propri orizzonti culturali interagendo attivamente con le culture “straniere”
  • Offrire conoscenze antropologiche trasversali, capaci di intercettare le domande fondamentali dell’essere umano, a qualunque cultura egli appartenga
  • Sviluppare modelli didattici capaci di promuovere nuove forme di apprendimento (metodo interattivo e dell’apprendimento in situazione), con utilizzo delle arti e dei media
  • Curare l’ambito dell’inserimento degli studenti stranieri nelle scuole, approfondendo le nuove indicazioni del Ministero dell’Istruzione in merito
  • Offrire ai professionisti dell’Ordine Forense occasioni di confronto e di formazione sui temi inerenti alla rilevanza civile e penale del fattore culturale
  • Offrire ai professionisti dell’Ordine degli Architetti occasioni di confronti e di formazione su rilevanti questioni teologiche e filosofiche, con immediate ricadute in ambito antropologico, politico, sociale e di progettazione.

La metodologia utilizzata è stata quella di far entrare in dialogo discipline e relativi linguaggi tendenzialmente relegati nel proprio dominio di azione, alla luce di una visione unitaria dell’essere umano. Le tematiche inizialmente affrontate in ambito accademico, sono state declinate in campo culturale attraverso l’organizzazione di cineforum, concerti, spettacoli e mostre, opportunamente pensati e guidati.

Frutti sul territorio

L’iniziativa ha dato luogo, sin dal suo inizio, a numerose attività collaterali che hanno coinvolto la Diocesi, le Scuole, le Associazioni e i Movimenti culturali presenti nel territorio. In particolare, a livello diocesano, sono stati realizzati mostre, cineforum, concerti e seminari di approfondimento sul tema del dialogo interculturale; nelle scuole superiori sono stati promossi numerosi progetti POF e PON di “Educazione al dialogo e alla pace nel tempo della multiculturalità” e di “Legalità e promozione della cultura della pace”; diverse associazioni e movimenti culturali hanno appoggiato iniziative di promozione del dialogo interculturale (seminari, concerti, proiezioni, etc.). Le scuole (dalla materna alla secondaria di primo grado), inoltre, hanno abbracciato in pieno l’iniziativa di percorsi di cineforum per studenti sui temi della pace, dell’intercultura, della legalità e della custodia del creato.

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

La difficoltà principale è stata quella di creare una mentalità aperta non solo ai temi affrontati, ma anche alla consapevolezza di una formazione permanente e di una cultura della bellezza. In ambito “laico”, la difficoltà principale era quella di accogliere la proposta di temi teologici, mentre in ambito ecclesiale è stata quella opposta di far accettare una evangelizzazione condotta utilizzando i canali della cultura. A queste difficoltà iniziali, ovviamente mai del tutto superate, sono subentrate quelle relative alla crisi economica che non ha permesso né ai promotori di puntare sulla qualità, né agli utenti di poter effettivamente partecipare, ad esempio, ai corsi di formazione a pagamento. Altra difficoltà è stata riscontrata in diversi parroci, diffidenti o comunque poco coinvolti nei confronti di tali iniziative.

La difficoltà costante in ambito culturale è quella di poter reperire dei fondi onde aumentare quantitativamente e qualitativamente la proposta culturale. 

Eventuali proposte per superare il nodo problematico

Una proposta, già messa in atto, è stata quella di offrire dei percorsi culturali per il grande pubblico in maniera gratuita. L’Ufficio per la cultura ha così potuto organizzare, già da tre anni, dei percorsi di cinema d’autore sul territorio diocesano, con temi via via diversi. Vi è stata un’eccellente risposta, crescente negli anni, ed un riscontro positivo relativamente alla riscoperta di temi esistenziali e religiosi.

Un’altra proposta, ancora da attuare, sarebbe quella di una formazione del clero più rispondenti agli attuali bisogni culturali, ove la cultura venga intesa come nobile servizio all’uomo e costruzione della sua identità aperta al divino. A questa, si aggiunga la necessità di formare ad un lavoro pastorale svolto in rete.

Sul fronte economico, la proposta potrebbe essere quella di coinvolgere enti pubblici e privati disposti ad investire in un “fondo cultura”. 

Riflessioni conclusive e prospettive

Promuovere i valori fondanti le diverse civiltà e i diversi credi oggi costituisce una valida risposta alla crisi culturale e sociale in atto. Agire su più livelli (accademici, professionali, culturali, artistici, educativi) offre efficacia e ampiezza all’azione pastorale. L’evangelizzazione attraverso la cultura va rivolta sia ad intra, verso i credenti attaccati a forme devozionalistiche o disimpegnate, sia ad extra, verso laici troppo sbilanciati su un “umano” chiuso in se stesso. L’azione in rete è un altro importante strumento per un coinvolgimento effettivo della popolazione e per una reale “conversione” comunitaria verso orizzonti di pace e di solidarietà.

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