esperienze

Senigallia

La Chiesa in Sinodo

Stile di vita diocesana

Il Sinodo è stato ed è una esperienza di Chiesa nella sua totalità: la Chiesa come comunione e come missione. Un’esperienza che ogni chiesa è importante viva per passare dal Sinodo vissuto come una iniziativa, al Sinodo come stile permanente di Chiesa. 

Il Sinodo della Chiesa di Senigallia “Un cuor solo e un’anima sola, la Chiesa di Senigallia in cammino nell’ascolto dello Spirito a servizio dell’uomo” è stato indetto il 25 gennaio 2009 e il Libro del Sinodo è stato promulgato il 2 febbraio 2014. Sono stati cinque anni in cui si è da una parte preparata e vissuta l’esperienza del Sinodo, dall’altra lo stile del Sinodo sta diventando lo stile permanente della vita diocesana.

La preparazione è iniziata nel 2008 con incontri nelle parrocchie, nelle zone pastorali e nelle associazioni e movimenti.

Siamo partiti (anno 2009-2010) rimettendoci in ascolto di Dio innanzitutto – con momenti diocesani e momenti parrocchiali – per sperimentare la priorità di Dio; in ascolto delle donne e degli uomini del nostro tempo con incontri di ascolto aperti a tutti e con momenti mirati all’ascolto di alcuni mondi vitali della società (politica, scuola, mondo economico, volontariato, sanità, sport…). L’ascolto ci ha fatto crescere tanto da chiederci se non fosse il caso di imparare a discernere un po’ meglio. Per questo ci siamo formati nell’arte del discernimento comunitario durante dei fine settimana, perché questo modo di vivere il Sinodo diventi prassi quotidiana nella vita delle nostre comunità. Ora ogni appuntamento degli organi di partecipazione a livello diocesano lo viviamo con il metodo del discernimento comunitario.

I sinodali hanno raccolto tutti i contributi fino all’assemblea sinodale del giugno 2010 da dove è uscito il documento “La Chiesa di Senigallia in ascolto”. Non solo un testo, ma una serie di volti, di nomi, di storie.

Nell’anno 2010-2011 abbiamo messo al centro la Comunione. Da un testo abbiamo fatto lavorare le parrocchie, le associazioni, i gruppi. Poi dal materiale arrivato i sinodali in sette gruppi hanno steso la bozza di documento. Ne abbiamo parlato in assemblee nelle parrocchie, in assemblee dei sinodali e ne è venuto fuori il documento: “La Chiesa comunione” approvato nell’assemblea del giugno 2011.

Dalla comunione nasce la missione, o, meglio, la comunione e la missione sono due dimensioni inscindibili della vita della comunità cristiana. Per questo l’anno 2011-2012 è stato dedicato proprio alla Missione. Si è scelto per la nostra chiesa diocesana di declinare la missione secondo i cinque ambiti della vita delle persone scaturiti dal Convegno ecclesiale di Verona del 2006: vita affettiva, lavoro e festa, fragilità, tradizione, cittadinanza. I sinodali hanno prima redatto un documento secondo questi cinque capitoli riprendendo le considerazioni fatte negli anni precedenti e facendo delle proposte concrete. Poi il tutto è stato dato in mano alle parrocchie, alle associazioni, ai gruppi che sono stati chiamati a dare il loro contributo. Infine in modo condiviso e assembleare i sinodali sono arrivati a definire in modo preciso le scelte sulle quali la nostra chiesa è chiamata a camminare. Ne sono uscite proposte concrete riguardo all’accompagnamento dei giovani nella loro vita affettiva; una rinnovata attenzione alle famiglie ferite nell’amore; un modo sempre nuovo di vivere la festa e un servizio autentico al mondo del lavoro; una comunità che si fa carico tutta intera delle fragilità; una rinnovata attenzione alla fede degli adulti e ai cammini di iniziazione cristiana, scelte precise di servizio alla città dell’uomo e alla cultura. Il documento “La Chiesa missione” e poi tutti i documenti nel loro insieme, sono stati approvati dall’assemblea sinodale nel settembre 2012.

Tutto il materiale è stato consegnato al Vescovo che nel febbraio 2014 ha promulgato il Libro del Sinodo. Intanto si è continuato a lavorare iniziando a mettere in pratica il Sinodo con questi primi cammini: scommettere sull’educazione in dialogo con ogni agenzia del territorio; un percorso formativo per adulti formatori di altri adulti; un percorso serio per arrivare in ogni parrocchia a vivere bene il cammino di iniziazione cristiana; cammino più forte delle unità pastorali e delle collaborazioni in genere; forme di condivisione materiale tra le comunità; il rinnovo di tutti i consigli pastorali parrocchiali.

Ora il cammino sinodale è diventato cammino ordinario della nostra diocesi.

Frutti sul territorio

Il Sinodo è stato un cammino reale di comunione e ora cerchiamo di continuare a vivere sempre con questo stile, perché vogliamo vivere la comunione con Dio e con ogni donna e uomo. In particolare nell’Eucaristia troviamo il centro della comunione così che la nostra chiesa diventi sempre più famiglia di Dio, con lo stile dell’amicizia e con lo gioia del servizio. Per questo abbiamo bisogno di vivere la corresponsabilità tra laici e preti costruendo esperienze di vita comune, di fraternità, di comunione dei beni. Scommettendo sulla comunione anche nelle scelte quotidiane di rapporti tra parrocchie, associazioni e movimenti in quella che ormai chiamiamo pastorale integrata o della comunione: non si può fare da soli.

Il Sinodo è stato ed è una esperienza bella e significativa. Una esperienza che non va in qualche scaffale della nostra mente o delle nostre librerie, ma che è già il lievito della chiesa diocesana di Senigallia per i prossimi anni.  Possiamo riassumere come segue I frutti.

Innanzitutto lo stile sinodale, cioè la preghiera insieme, il confronto insieme, il prendere decisioni insieme. Uno stile che desideriamo continuare a vivere nella nostra chiesa. Lo conoscevamo già e lo stavamo già vivendo, ma questi anni ci hanno dato una spinta notevole, perché ci hanno fatto sperimentare la ricchezza di ciascuno, la fatica del confronto ma la gioia di arrivare insieme a prendere decisioni.

Poi la forza dell’ascolto. Di Dio innanzitutto per capire e vivere la sua volontà; delle donne e degli uomini del nostro tempo per mettersi al loro servizio. Abbiamo compreso come questa dimensione sia essenziale nella nostra pastorale, perché senza ascolto di Dio non è possibile seguire le sue vie; senza ascolto degli uomini non è possibile farli incontrare con il Signore Gesù. Abbiamo cercato di metterci in strada per seguire il Signore lì dove si trova e per tentare di capire e vivere il suo progetto.

Perché c’è un progetto di Dio sulla chiesa diocesana di Senigallia. Un progetto per servire Lui nelle donne e negli uomini del nostro tempo. Un progetto che dice cammino, che parla le tante lingue delle singole esistenze. Un progetto che è una chiesa sinodale come stile di vita. 

Eventuali difficoltà e criticità incontrate

L’accoglienza del percorso sinodale è stata di entusiasmo ma anche di forti perplessità, di fiducia ma anche di scetticismo, di voglia di missione ma anche di paura del cambiamento. La difficoltà è stata ed è quella di fare un cammino di popolo, non un cammino a velocità diverse e la strada per affrontare questa fatica è stata ed è quella della perseveranza nell’ascolto di Dio e nel servizio all’umanità.

Riflessioni conclusive e prospettive

Ora rinnoviamo un sogno, un desiderio, una ricerca, una vocazione. Il sogno di vivere sospinti dallo Spirito, il desiderio di essere accolti da ogni donna e da ogni uomo, la ricerca della volontà di Dio per servire ogni persona, la vocazione di costruire sempre più una Chiesa che sia comunione. Vogliamo essere una comunità che invita, che faccia venire la voglia di amare, di ascoltare, di mettersi a servizio di Dio nel servizio degli uomini. Ma vogliamo anche essere una comunità che sa farsi accogliere per andare a trovare ognuno nella sua vita e portare il dono della carezza di Dio e sperimentare l’amore bruciante di Dio.

Lascia un commento

You must be logged in to post a comment.