esperienze

Sessa Aurunca

Intesa formativa

Per una rinnovata coesione sociale e civile

La venuta del nuovo Vescovo, con spiccata esperienza nel settore della formazione, ha subito prodotto, come risposta alle necessità primarie del Territorio, la volontà di avviare un percorso che andasse alla radice di alcune questioni strutturali. La prima scelta è stata quella di avviare un tavolo comune dove il “pensare insieme” producesse, nella realtà, un’azione duratura e condivisa. Promotore è stato il vescovo e ha coinvolto Ufficio Scuola, Ufficio Pastorale per la Famiglia, Pastorale Giovanile, AC, e per la Scuola, i Dirigenti Scolastici del Territorio, Associazione “Centro Studi Tommaso Moro”. Il percorso è stato parallelo: la frequenza degli incontri tra i vari soggetti, appunto per trovare un’intesa valoriale e operativa; l’avvio di un percorso formativo con giovani e adulti per ripresentare i fondamenti della sensibilità sociale e civile. Il percorso è durato l’intero anno. 

Soggetti coinvolti

Diocesi, Scuola (Dirigenti Scolastici – Consigli di Istituto), Associazione culturale.

Soggetti destinatari, finalità, strumenti

Innanzitutto i giovani, ma coinvolgendo anche genitori e adulti in genere, per favorire, non solo per i primi, una vera apertura alla sensibilità sociale e civile, quanto anche una prima esperienza di un dialogo “intergenerazionale” su tematiche fondative del  vivere sociale e civile. La diversa prospettiva di approccio costituisce la base stessa di un dialogo virtuoso. Varie le forme di approccio: Lezioni frontali con esperti e relativo dibattito; performances degli stessi giovani che attraverso varie forme (video, elaborati, rappresentazioni) hanno offerto il loro “punto di vista” sui valori proposti; laboratori di approfondimento con esperienza “multi level” tra vari soggetti sullo stesso argomento presentato. 

Frutti sul territorio

Oltre l’evidente messa a fuoco dei valori fondativi l’etica sociale e la dottrina sociale della Chiesa, decisamente il primo risultato “virtuoso” è quello di aver interrotto uno stile, ormai radicato e atavico, di frammentazione, contrapposizione e distanza tra i vari soggetti istituzionali e sociali. Mettere insieme le Istituzioni è stato il primo frutto positivo.

Difficoltà e criticità

La difficoltà sostanziale, oltre l’evidente frammentazione intergenerazionale, è il clima di “sospetto” abituale e diffuso: questo clima ha creato voragini sociali, annullato il dialogo, la vita sociale (ristretta solo ai momenti vitali o alle forme quasi privatistiche di associazione, fino a produrre forme di arretramento alla vita individuale o di piccolo gruppo), minando alla base ogni forma di possibile collaborazione. Lo scoglio da affrontare è il cercare di rompere questa barriera invisibile fatta di contrapposizioni, distanze e spesso lacerazioni personali e sociali. Su questo terreno si sono consolidati un individualismo amorale, mancanza di sensibilità sociale, rarefazione della sensibilità verso le forme più diffuse di illegalità, distanza da ogni forma di Istituzione. 

Proposte

Paradossalmente proprio il nodo problematico descrive la stessa proposta. Primo obiettivo è stato quello di mostrare al Territorio la possibilità, concreta e affidabile, di un tavolo di lavoro comune e trasparente. Amministrazione Comunale, Diocesi, Scuola, Associazioni, possono e devono coesistere: da solo nessuno può sperare di rispondere non solo alle emergenze, ma anche all’ordinarietà del quotidiano. Ripresentare il dinamismo  del “pensare – agire condiviso” è sta la proposta –risposta alle difficoltà. Questo “stare insieme di diversi soggetti sociali” è stato lo “spot” efficace che ha svegliato l’ambiente provocandolo all’attenzione sui temi proposti. Effetto positivo è sicuramente l’aver consolidato un “gruppo istituzionale” di lavoro che si sta impegnando anche verso il futuro. 

Prospettive

Sembra non solo ben avviata l’esperienza, il cui riscontro nei giovani e negli adulti è evidente, ma ha prodotto per il prossimo anno una diversificazione di impegni a tre livelli (con l’aiuto dei giovani/adulti che hanno seguito il percorso formativo e così allargare la corresponsabilità formativa): un corso di formazione che riguarda i ragazzi delle scuole primarie, sul senso civico e sui valori della persona; un secondo corso, che coinvolge i giovani del quarto/quinto anno delle scuole secondarie, sulla sensibilità sociale e civile con i valori della persona e della responsabilità sociale; un terzo corso, che riguarda soggetti impegnati nelle Istituzioni e nelle Associazioni, che tocca direttamente l’etica sociale/economica  e la politica. Il soggetto proponente ovviamente rimane lo stesso: il tavolo comune che la diocesi ha creato per studiare e proporre questi percorsi. In un Territorio segnato fortemente dalla illegalità e dalla malavita organizzata, dove anche la crisi economica e sociale rende ancora più fragili i giovani, è importante puntare sulla rigenerazione delle trame relazionali e costruire “strutture positive” che costituiscano vie di speranza per tutto il contesto umano di questa nostra realtà. La Diocesi ha assunto con decisione la leadership di questo processo e investe con convinzione tutte le energie necessarie. L’intesa raggiunta, a vari livelli, fa realmente sperare in una prospettiva positiva a media/lunga scadenza: il dato di fatto è che si comincia a stare insieme e a confrontarsi, secondo la specifica responsabilità, alle urgenze umane e sociali del Territorio, coinvolgendo i giovani e le famiglie, soprattutto attraverso la Scuola e le parrocchie, per ridurre, progressivamente,  le notevoli “distanze”  con le Istituzioni e far crescere la sensibilità sociale e civile.

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