esperienze

Trani - Barletta - Bisceglie

Il primo sinodo diocesano

“Per una Chiesa, mistero di comunione e missione”

La chiesa diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie sta vivendo l’avventura impegnativa ed esaltante del primo sinodo sul tema “Per una Chiesa, mistero di comunione e missione”.

Fu annunziato dall’Arcivescovo nell’omelia durante la Messa Crismale del Giovedì Santo, il 5 aprile 2012:  “Questa intenzione è maturata in me sotto l’azione dello Spirito Santo e col conforto dell’adesione degli organismi di comunione: il consiglio episcopale, il consiglio presbiterale, il consiglio pastorale diocesano. (…) Il Sinodo, secondo il contesto liturgico eucaristico, possiamo dire, è la Messa celebrata dal Vescovo e da tutto il popolo di Dio nella pastorale quotidiana che raggiunge tutte le dimensioni della vita umana: la famiglia e l’affettività, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione, il territorio”.

E ciò per offrire un’ulteriore forte occasione di rinnovamento per tutti (sacerdoti, diaconi, religiosi, laici), partendo dalle seguenti domande di fondo: “Chiesa che sei in Trani-Barletta-Bisceglie, Corato, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli,  che dici di te stessa? Sai fare il punto della tua adesione al Vangelo del tuo Signore nei nuovi scenari politici culturali, sociali, economici? Sei in grado di percepire cosa la società si attende da te?”.

Sinodo, ovverosia “cammino fatto assieme”!  È questo, senza dubbio, lo stile che sta caratterizzando tutto l’iter (2013-2016) del nostro primo sinodo diocesano; è questa la novità più rilevante destinata a incidere nella vita ecclesiale della nostra diocesi in questi anni. Ma – e lo si sta ripetendo più volte – i primi protagonisti di un Sinodo non sono alcuni presbiteri capaci di gestirne l’organizzazione generale e specifica, né alcuni laici ben disposti a curarne gli aspetti relazionali con la società civile e neppure colui che è segno dell’unità nella Chiesa, ossia il Vescovo.

Il protagonista di un Sinodo è lo Spirito perché Egli permette di far comprendere alla Chiesa ciò che deve fare.

Sinodalità vuol dire essere posti di fronte al cammino dello Spirito nella Chiesa. Egli, allora, permetterà di capire da dove cominciare, cosa fare e dove arrivare. Per questo è necessario un atteggiamento di sacro timore nel cammino sinodale ecclesiale: il timore di essere condotti dove noi non pensiamo e dove lo Spirito invece ritiene opportuno.

Una Chiesa che fa sinodalità, non è un circolo chiuso che non si apre al dialogo con gli altri. Sinodalità vera vuol dire anche rapportarsi all’umanità del nostro tempo, entrare in dialogo con la realtà sociale, politica ed economica del nostro contesto territoriale, al dialogo ecumenico ed interreligioso, ai cercatori di Dio.

Pertanto, è giustissimo che nella sinodalità la Chiesa si interroghi su se stessa a partire dalla relazione con Cristo, ma sarebbe deleterio se rimanesse chiusa in se stessa. Non bisogna dimenticare che nella sinodalità non siamo soltanto noi a camminare come Chiesa: dietro di noi e con noi c’è il mondo contemporaneo che è chiamato a trovare una sorta di cammino comunitario, in quanto interpellato dalla Chiesa.

Attraverso le diverse fasi di ascolto (2013-2014), discernimento (2014-2015) e decisione (2015-2016), stiamo facendo esperienza in modo sempre più intenso di un tempo di formazione e di arricchimento spirituale di tutta la comunità diocesana, mediante un processo di consultazione estremamente ampio, in ossequio a un metodo di lavoro che valorizza al massimo i fattori di partecipazione nello stile del dialogo che è «un’arte di spirituale comunicazione», come lo definiva Paolo VI (Ecclesiam Suam, 196).

Siamo così impegnati: sul terreno propriamente religioso per l’arricchimento e l’approfondimento della fede; sul terreno pastorale per tracciare le linee maestre per la pastorale diocesana; sul terreno giuridico per formulare norme, cioè impegni obbligatori per tutti e senza rimandi di tempo, che  non pretenderanno di esaurire la ricchezza delle indicazioni teologico-pastorali ma rappresenteranno le risposte essenziali che insieme comprenderemo di dover dare al Signore come servizio alla comunione nella nostra chiesa locale.

Il cammino già effettuato

  • Nomina della Segreteria diocesana e della Commissione preparatoria (10/04/2012) .
  • Veglia di preghiera per i componenti della Commissione preparatoria (4/05/2012)
  • Conferenza stampa per l’indizione del Sinodo (10/10/2012).
  • Stesura del Regolamento del Sinodo dopo ampia discussione nel Consiglio Pastorale Diocesano
  • Indizione del Primo Sinodo Diocesano (19/04/2013) .
  • Ciclo di incontri di formazione dedicati al Concilio Ecumenico Vaticano II (10 incontri diocesani dal novembre 2012 al giugno 2013)
  • Elaborazione delle Schede di consultazione per le realtà ecclesiali e sociali, a cura delle commissioni pastorali diocesane e della Commissione preparatoria (dal giugno al dicembre 2012), ruotanti attorno a tre assi: Chiesa mistero di comunioneChiesa mistero di missione Tracce di lavoro per la Commissione Clero e Vita Consacrata
  • Inizio della fase di ascolto con il coinvolgimento delle parrocchie, dei movimenti, dei gruppi e delle associazioni, dei religiosi e religiose comprese le claustrali, della consulta delle aggregazioni laicali (gennaio 2013-giugno 2013).
  • Effettuazione di incontri diocesani ad “extra” con: i rappresentanti delle altre religioni (28/01/2013) – gli operatori con il mondo della scuola (29/01/2013) – il mondo della sanità (15/02/2013) – il mondo del lavoro (21/03/2013) – il mondo delle comunicazioni sociali (7/05/2014) – l’associazionismo culturale (16/05/2013) – con il mondo del carcere e della giustizia (24.09.2013) – con il mondo della politica (25/09/2013) . Se ne realizzeranno altri.
  • Elaborazione dei Lineamenta per la seconda consultazione sinodale e della Scheda delle buone prassi (luglio-dicembre 2013).
  • Seconda consultazione a cura dei consigli pastorali parrocchiali, delle aggregazioni laicali, dei presbiteri, dei diaconi e dei religiosi sui Lineamenta (gennaio-maggio 2014)
  • Ciclo di cinque incontri diocesani su “Itinerario di Lectio divina. La Chiesa, creatura e casa della Parola nella compagnia degli uomini”. 

Il cammino da effettuare

  • Terza consultazione a cura dei cinque consigli pastorali zonali del materiale pervenuto dalle parrocchie. La riflessione dovrà snocciolarsi su due orizzonti: quello teologico-pastorale, e quello delle indicazioni normativo-disciplinari per un servizio concreto alla comunione (dal giugno al 2014)
  • Consegna dell’Instrumentum laboris alla comunità diocesana il 20 ottobre 2014, Festa della Chiesa diocesana
  • Dall’8 gennaio 2015 avvio delle assemblee diocesane
  • Consegna all’Arcivescovo delle propositiones
  • Documento conclusivo dell’Arcivescovo (all’inizio del 2016).

Naturalmente, se da un lato, come si è messo in evidenza, si può pensare che il cammino effettuato abbia prodotto una crescita quanto alla comunione ecclesiale e allo stile sinodale, non si possono sottacere alcuni elementi di criticità, di cui qui si fa un elenco:

  • qualche incontro di ascolto ‘ad extra’ è stato scarsamente partecipato;
  • in alcune parrocchie le schede di ascolto non sono state affatto compilate oppure sono state redatte sbrigativamente dal parroco con l’aiuto di qualche collaboratore, giammai dal consiglio pastorale che non è stato mai istituito o, pur istituito, è ‘quiescente’ da molto tempo;
  • alcuni presbiteri hanno manifestato ‘velate opposizioni’ e riserve, affermando che: le schede di ascolto e la ‘scheda sulle buone prassi’ sono inutili, perché bisogna puntare all’essenziale; il Sinodo, come già avvenuto in altre diocesi, rischia di concludersi con la pubblicazione di un Libro destinato a fare bella mostra di sé e dimenticato in qualche ‘polverosa biblioteca’.

Il superamento di queste criticità e la capacità di uscire dal tunnel del pessimismo e di continuare a camminare in stile sinodale con convinzione verso una Chiesa sempre più sinodale – in dialogo aperto al suo interno e con le diversità religiose e culturali del territorio – sono mete raggiunte in parte dalla comunità diocesana, che sta lentamente assaporando i ‘tesori nascosti’ del Concilio Vaticano II.

 

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