esperienze

Ugento - Santa Maria di Leuca

Lettura socioculturale nel capo di Leuca

Formazione, assistenza, lavoro, missione

Le comunità  della nostra Diocesi presentano una situazione ambivalente. Da una parte c’è, e resiste ancora, una comunità cristiana che vive consapevolmente la tradizione nelle forme proprie dell’ethos cristiano fatto di riti, di un certo modo di essere e di comportarsi. E’ “zoccolo duro” di cristianesimo che nonostante tutto resiste ed è presente anche in modo rilevante nella società del Capo di Leuca. Si tratta di una situazione socio-culturale che certamente va valorizzata perché è da essa che si deve ripartire per impostare un processo di nuova evangelizzazione. 

Attorno a questo “zoccolo duro” c’è un grande alone di cristianità formale in cui si evidenziano modalità di vita cristiana caratterizzate da «debolezza della vita di fede, riduzione del riconoscimento di autorevolezza del magistero, privatizzazione dell’appartenenza alla Chiesa, diminuzione della pratica religiosa, difficoltà nella trasmissione della fede alle giovani generazioni». Soprattutto tra i giovani e giovani-adulti assistiamo al consolidarsi di una mentalità e di comportamenti fortemente secolarizzati. 

Con un’immagine si può rappresentare questa situazione come un’oasi o un piccolo orto (lo zoccolo duro), che non ha più un muro di cinta, per cui il deserto che la circonda (l’alone di cristianità formale) penetra nell’oasi e si estende oggi in una vasta distesa desertica di secolarismo e di materialismo. A fronte di questa situazione, occorre un rinnovato impegno di missione di evangelizzazione da parte delle comunità parrocchiali insistendo su tre linee dell’agire pastorale: la dimensione culturale, la formazione degli operatori, l’impegno caritativo e sociale. 

Dall’analisi effettuata emergono le seguenti criticità:

  • l’eccessiva frammentazione nella comunità cristiana, dovuta a fenomeni spiccati di individualismo, campanilismo, competizione fra persone e fra gruppi, elemento tipico della cultura salentina;
  • la crescita dei fenomeni di disgregazione dei nuclei familiari e nel contempo atteggiamenti iperprotettivi dei genitori nei riguardi dei figli, che faticano a staccarsi dalla famiglia di origine;
  • una mentalità ancora fortemente assistenzialistica, legata all’attesa spasmodica del posto fisso, e che impedisce soprattutto alle nuove generazioni di maturare un atteggiamento di responsabilità nel campo affettivo, lavorativo e sociale;
  • una mentalità chiusa nei giovani, spesso soffocati nel proprio contesto territoriale (eccessivo “provincialismo”);
  • la ripresa dei fenomeni migratori, che in questi ultimi anni hanno impoverito il territorio di talenti, per la mancanza di politiche scolastiche e sociali capaci di prospettare un futuro.La Chiesa locale nelle sue strutture operative (parrocchie, foranie, uffici e organismi di partecipazione) cerca di richiamare tutti ad un lavoro concorde e unanime perché dalle iniziative si passi alla progettualità, dal raccordo dei soggetti intorno ad una idea pastorale si passi alla corresponsabilità della missione evangelizzatrice, dal buon lavoro fatto da soli maturi un lavoro fatto insieme.Questo sforzo che la comunità cristiana svolge al suo interno può incidere anche a livello culturale e sociale gettando le basi una forma di partecipazione comunitaria nel mondo del lavoro, delle politiche familiari, giovanili, sociali e civili.

Tra le esperienze concrete, già presenti in Diocesi, segnaliamo le seguenti:

Circa la formazione degli operatori pastorali indichiamo le iniziative che hanno una rilevanza diocesana:

  • la Settimana Teologica, esperienza giunta alla trentanovesima edizione, che coinvolge ogni anno nella seconda settimana di Quaresima oltre 600 fedeli in rappresentanza delle 43 parrocchie, delle associazioni e dei movimenti, su un tema che viene definito ogni anno dall’Ufficio pastorale in accordo con il Vescovo;
  • il Convegno Pastorale diocesano che si svolge alla fine dell’anno pastorale dove si individuano le strategie per la verifica e l’azione pastorale a livello diocesano, foraniale e parrocchiale;
  • la formazione dei catechisti, con un convegno diocesano che viene proposto ogni anno dall’Ufficio catechistico nel periodo autunnale;
  • la scuola diocesana di formazione per operatori pastorali, attiva sin dal 1974.Questo lavoro formativo ha consentito un processo di purificazione della pietà popolare ed un rinnovamento costante della liturgia e della pastorale.

In riferimento alla famiglia e ai giovani indichiamo tre esperienze:

  • il consultorio familiare diocesano, associato alla Federazione pugliese dei Consultori di ispirazione cristiana, che si occupa di avviare percorsi formativi per operatori e facilitatori di gruppo, per animatori ed educatori di adolescenti e giovani, di educatori all’affettività, alla sessualità, alla relazionalità e di avviare itinerari di educazione alla vita matrimoniale per giovani fidanzati e giovani coppie;
  • una costante attenzione alla realizzazione di oratori, presenti in diverse parrocchie della diocesi, diventati nel corso del tempo significative esperienze di animazione giovanile e di vita pastorale. E’ stato anche realizzato un percorso formativo per animatori di oratorio;
  • la scuola di preghiera per giovani, guidata dall’Ufficio di Pastorale giovanile, che si svolge da diversi anni e che vede partecipi molti gruppi giovanili, soprattutto adolescenti, provenienti da diverse comunità parrocchiali.
  • l’esperienza estiva del GREST, grazie alla collaborazione tra ufficio di pastorale giovanile e il FOU (Forum degli Oratori Ugentini), che vede coinvolte la maggior parte delle parrocchie con la partecipazione di migliaia di ragazzi.

Circa l’ambito sociale ed assistenziale segnaliamo le seguenti attività:

  • l’esperienza dell’Ospedale “Cardinale Panico” di Tricase, una delle tre strutture ospedaliere di ispirazione religiosa presenti in Puglia, gestita dalla Pia Fondazione di Culto e Religione “Card. G.Panico” delle Suore Marcelline;
  • il centro “Maior Caritas” di Tricase gestito dall’associazione di volontariato “Orizzonti d’accoglienza” che si occupa di ospitare i familiari dei degenti dell’Hospice “Casa Betania” presso l’Ospedale “Panico” ed una volta alla settimana eroga il servizio mensa alle persone indigenti;
  • il centro socio riabilitativo dei Padri Trinitari di Gagliano del Capo, con un’attenzione specifica ai problemi della disabilità, grazie al quale sono nate anche due cooperative sociali;
  • l’esperienza della Comunità San Francesco, con sede principale presso la parrocchia di Gemini, che si occupa del recupero delle tossicodipendenze e dell’accoglienza di minori;
  • il Banco delle Opere di Carità della Puglia, con sede principale ad Alessano, impegnata nell’assistenza alimentare alle famiglie in condizione di indigenza, grazie alla fornitura di derrate alimentari attraverso enti caritativi convenzionati.

In riferimento al mondo del lavoro evidenziamo le seguenti esperienze:

  • il Progetto Policoro, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 1995 che vede da sempre impegnata la nostra Diocesi in un progetto di evangelizzazione, formazione e promozione dei gesti concreti relativi al contrasto alla disoccupazione, soprattutto quella giovanile;
  • sempre nell’ambito del progetto Policoro è operativa dal 7 febbraio 2013 la Fondazione “Mons. Vito De Grisantis” impegnata nella gestione del progetto di microcredito sociale a sostegno di giovani ed adulti della diocesi intenzionati ad avviare un’iniziativa imprenditoriale, in collaborazione con la Banca Popolare Pugliese;
  • nell’ambito cooperativo ed associazionistico ispirate dal progetto Policoro si segnalano: la “Domus Dei” formata da giovani volontari per la gestione dei beni culturali della Diocesi; la “Freedom” in collaborazione con l’ufficio di Pastorale del turismo per la fruibilità dei beni architettonici ed artistici di proprietà ecclesiastica e l’individuazione ed esplicitazione di un percorso turistico denominata “via Leucadensis”; l’Associazione “Form.Ami” per la formazione nell’ambito del lavoro; la sezione diocesana dell’UCID, per promuovere un’etica imprenditoriale ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa.

Nell’ambito missionario indichiamo tre esperienze:

  • la missione in Rwanda, con la presenza da alcuni decenni di sacerdoti “Fidei donum” della nostra diocesi;
  • l’Associazione di volontariato internazionale “Amahoro-onlus”, legata all’Ufficio Missionario diocesano, che gestisce una Bottega del commercio equo e solidale a Ruffano, presso la parrocchia San Francesco;
  • La missione in Albania a Saranda delle Suore Marcelline con la costituzione del “Centro Sociale Santa Marcellina”.

Un’esperienza positiva

Tra tutte le esperienze pastorali sopra descritte degna di nota, per l’impegno profuso e per il coinvolgimento dei vari settori della vita pastorale e il riflesso avuto sulla società civile, è l’esperienza nel mondo del lavoro che l’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro ha promosso in questi anni nell’ambito del Progetto Policoro.

In particolare si sottolineano le esperienze a favore dei giovani disoccupati o in cerca di lavoro come l’iniziativa “Work in Progress” dove circa 250 giovani dai 18 ai 40 anni sono stati aiutati da una rete di uffici pastorali e sociali a mettersi in contatto con aziende ed esperienze lavorative presenti sul territorio.

Il nostro Vescovo, Mons. Vito Angiuli, sottolinea come la Chiesa Diocesana vuole e deve “essere accanto” ai giovani che vivono questa situazione di disoccupazione e sull’importanza “del lavorare insieme”. Bello lo stimolo sulla necessità di modificare la vecchia idea del lavoro, pensato come lavoro dipendente e possibilmente pubblico, che da decenni ormai è radicata nella mentalità dei giovani e degli adulti residenti nei nostri territori, generando così un atteggiamento di assistenzialismo e di clientelismo politico, per promuovere una nuova cultura del lavoro intesa come promozione di se stessi e delle proprie virtù, cogliendo le necessità e le opportunità del nostro bellissimo territorio, ultimo lembo d’Italia – De finibus terrae – bagnato dai due mari, in modo particolare coniugando agricoltura, artigianato e turismo.

Una forte e solida iniziativa concreta di solidarietà e accompagnamento dei giovani ed adulti nel mondo del lavoro, tanto vasto quanto problematico, nella diocesi di Ugento è l’esperienza del Progetto Policoro. Sin dal 1995,  nel nostro territorio diocesano ha voluto significare un percorso di cambiamento culturale soprattutto nel superamento della concezione errata ed obsoleta del lavoro come “posto fisso” calato dall’alto, a quella dell’autoimprenditorialità individuale o in forma cooperativa. Questo cammino ha sviluppato  sempre più una presa di coscienza e di responsabilità  dell’intera  Comunità diocesana di fronte alla crescente piaga della disoccupazione sia dei  giovani, che hanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, e sia per la fascia adulta della popolazione che ha perso il lavoro (in particolare in seguito all’azzeramento del settore TAC (Tessile, Abbigliamento, Calzaturiero).

Grazie a questo cammino e all’intuizione del compianto Vescovo Mons. Vito De Grisantis, e all’incoraggiamento del nuovo Vescovo, Mons. Vito Angiuli, dal 2011 è operativa la Fondazione intitolata allo stesso Vescovo deceduto nel 2010, impegnata nella gestione del Fondo di garanzia  microcredito sociale “Progetto Tobia”. Questo programma, attivo dal 7 febbraio 2013, ha come scopo quello di aiutare i giovani disoccupati, le donne e quanti hanno perso il lavoro, ad intraprendere in modo singolo o associato.

Il Fondo di Garanzia-Progetto Tobia sostiene l’avvio dell’attività imprenditoriale  garantendo un prestito concesso dalla Banca Popolare Pugliese in convenzione con la Fondazione  da restituire nei tempi e nelle misura definite. Per la realizzazione dei progetti imprenditoriali, particolare importanza riveste il tutoraggio verso i giovani svolto dal Comitato tecnico della Fondazione e dal Centro Servizi Progetto Policoro.

Ad oggi, il fondo di garanzia “Progetto Tobia” è costituito da euro 190.000,00, di cui:

  • Euro 70.000,00: dall’obolo personale del Vescovo, dei Sacerdoti e dei Diaconi della diocesi di Ugento-S.M. di Leuca, dal contributo delle Parrocchie, Enti Ecclesiastici e Istituti Religiosi;
  • Euro 50.000,00: dai fondi Cei dell’8×1000 messi a disposizione dalla Diocesi;
  • Euro 30.000,00: dall’Ambito Territoriale di Gagliano del Capo;
  • Euro 40.000,00: Caritas Italiana.

Nel primo anno di operatività del “Progetto Tobia”, coincidente con il periodo più critico a livello economico nazionale, sono nate 5 attività imprenditoriali nel territorio della Diocesi  appartenenti a diversi settori del commercio e della ristorazione, di cui 4 su 5 sono state realizzate da donne, inoltre circa 30 persone hanno ricevuto informazioni dal Centro Servizi circa il microcredito sociale.

Un’altra importante iniziativa per contrastare la disoccupazione giovanile è stata il “Work in Progress – 1° laboratorio attivo per il lavoro”: un percorso per aiutare i giovani ad approcciarsi al mondo del lavoro, giudicato positivamente  dai partecipanti proprio per la sua originalità e per la sua dinamicità. Il primo percorso è stato pensato nel far toccare con mano ai giovani disoccupati  la  presenza nella realtà del sud Salento di iniziative imprenditoriali di eccellenza in diversi settori, proprio per sfatare il detto che al Sud non c’è nulla e dare coraggio per rimanere sul proprio territorio e pensare insieme alcune attività.

Già nella modalità di invito dei giovani  sono state coinvolte le 43 Comunità Parrocchiali che hanno fatto partecipare all’iniziativa quasi  230 giovani.

Grazie a tutto ciò alcuni giovani hanno partecipato a bandi regionali (es. Principi Attivi, Piccoli Sussidi) e i loro progetti sono stati ammessi a finanziamento. Altri hanno intrapreso attività imprenditoriali attraverso l’azione del microcredito sociale – Progetto Tobia.

Certamente, come indica il titolo dell’iniziativa, si tratta di un percorso che è iniziato e che va proseguito. Infatti anche nel 2014, in modo particolare il 29-30 maggio,  si sta realizzando lo stesso laboratorio, con modalità e argomentazioni differenti rispetto alla prima edizione, e si porteranno a conoscenza le aziende  che hanno intrapreso grazie alla scorsa edizione, inoltre si rimarcherà nuovamente l’obiettivo di consolidare  la rete di relazioni creatasi intorno a questo evento. Infatti Coldiretti, Confartigianato, Confcooperative, Confindustria giovani – LE, CISL, Puglia Sviluppo, Italia Lavoro, daranno il loro apporto, gratuitamente, ai giovani che vogliono intraprendere un’attività lavorativa.

“Work in progress” è una testimonianza di come il lavoro vada cercato secondo altre prospettive, sfruttando anche quelle poche novità che la legislazione italiana e regionale è riuscita a proporre in questi anni. Così come vanno sfruttate quelle opportunità offerte alle giovani generazioni in termini di sostegno alla nuova imprenditorialità. È un mondo che sta cambiando quello che abbiamo voluto proporre ai nostri giovani. Continuare ad incontrarli, proprio nella logica dei “lavori in corso”, mettendo a disposizione strumenti ed opportunità offerti dalla Rete, è l’impegno che il gruppo promotore mette in atto. Oggi grazie a questi cammini c’è anche una certa sintonia con le Istituzioni Pubbliche nell’affrontare queste  problematiche.

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