esperienze

Venezia

La cura dei giovani

Suore di Maria Bambina

La comunità in cui viviamo noi Suore di Carità delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa (dette Suore di Maria Bambina), nella Diocesi di Venezia, in questo momento esprime nel suo servizio apostolico tre diverse esperienze portate avanti da altre comunità che in Venezia sono state soppresse. Sono servizi che rispondono e che continuano a rispondere ai bisogni del territorio.

Campo di intervento

La comunità ha accolto l’«invito» al Convegno di Firenze 2015 e si trova in sintonia con le provocazioni presentate. Ci sembra che il servizio che stiamo svolgendo rientri nella prima area che riguarda l’attenzione alle forme e ai percorsi d’incontro con Cristo nella pastorale ordinaria, con attenzione ai giovani per una formazione cristiana aperta alla carità. Incontriamo i giovani alla mensa dei poveri, in carcere e nei collegi universitari.

Soggetti coinvolti

I soggetti di queste esperienze sono i giovani nella loro ricerca di senso e nel loro desiderio di mettersi in gioco con tutto il loro bagaglio interiore di entusiasmo, di timori.

Soggetti destinatari, finalità dell’iniziativa, strumenti

MENSA “SAN MARTINO” – CARITAS VENEZIANA

Venezia3c

La comunità delle Suore di Maria Bambina ha raccolto la provocazione del Patriarca all’«educazione al gratuito» e ha messo in atto un’apertura verso i «giovanissimi» per dar loro la possibilità di fare esperienza di servizio in mensa. I ragazzi donano parte del loro tempo libero come «segno del dono di se stessi» ai fratelli e alle sorelle più bisognosi. Il servizio concreto ai poveri in mensa li sollecita ad imitare Gesù che dà la vita, ad amare gratuitamente, a costruire una comunione umana e essere coscienti di appartenere alla comunità ecclesiale.

Ci siamo rese conto come comunità che negli anni delle scuole superiori è importante far fare esperienze che unifichino i vari aspetti della vita – relazionale, culturale, religioso, di servizio, ricreativo – a vantaggio di una formazione integrata dei ragazzi. Si tratta di una piccola esperienza, che però ha una significativa incidenza nella vita dei giovani interessati. L’esperienza di gratuità dei giovani si svolge la domenica: arrivano nella tarda mattinata e dopo un momento di saluto e di presentazione vengono coinvolti nel servizio: preparare la sala da pranzo, accogliere e relazionarsi con gli ospiti mentre fanno la distribuzione del pranzo, riordino delle stoviglie e della sala. Si alternano diversi gruppi di ragazzi di terza media o adolescenti accompagnati dai loro educatori o catechisti.

Durante l’estate alcuni gruppi o singoli fanno la scelta di una «Vacanza estiva» come settimana di servizio per mettersi a disposizione di chi ha più bisogno. Partecipano gruppi di scuole superiori provenienti dal Triveneto e dalla Lombardia. Con i giovani collaboriamo in tutte le iniziative promosse o sostenute dalla Caritas Veneziana: Esperienze di Solidarietà: Carnevale, Capodanno, «72h con le maniche in su».

Queste diventano occasione di incontro e di festa per le persone ospiti della mensa e del dormitorio, e opportunità per i giovani di conoscenza e di consapevolezza delle realtà di emarginazione, di solitudine, di sofferenza delle persone senza dimora.

CARCERE FEMMINILE “GIUDECCA”

La cura dei giovani (Suore di Maria Bambina • Venezia)

All’interno del carcere ci sono percorsi che coinvolgono giovani volontari dall’8 al 19 agosto di ogni anno per un’esperienza di formazione alla Carità operosa. Queste giovani rinunciano a dieci giorni delle loro ferie per vivere queste giornate nella condivisone e nella fraternità con le donne detenute del Carcere.

Finalità del progetto è di realizzare un percorso con le giovani che, in linea con quanto previsto dall’Ordinamento Penitenziario, diventi occasione di crescita significativa sia per le donne detenute sia per le giovani che sono tenute ad affrontare questi giorni con discrezione e impegno. La Direttrice, in collaborazione con il personale di polizia penitenziaria, vigila e collabora per garantire l’obiettivo del progetto.

Gli obiettivi specifici sono: favorire il confronto, stimolare scambi interculturali tenendo presente che molte detenute sono straniere, favorire relazioni positive e amicali fra le giovani e le donne detenute, stimolare la riflessione personale e di gruppo nelle giovani per individuare nuovi margini di miglioramento per il volontariato in carcere, conoscere la realtà del carcere per impegnarsi in percorsi di servizio anche nelle loro città.

Il percorso è caratterizzato da tempi di formazione al mattino e di laboratorio nel pomeriggio. Viene condotto dalle Suore di Maria Bambina in collaborazione con il cappellano del Carcere, frate cappuccino, che segue con attenzione tutto lo svolgimento del programma e fa da mediazione con il Carcere.

Per la parte formativa vengono invitati degli esperti: la Direttrice, un giudice, varie figure della polizia penitenziaria, esperti che lavorano nelle e per le periferie. Ciascuno porta la propria ricchezza ed esperienza. L’energia nuova per le giovani, nel cammino di ogni giorno, scaturisce ed è sostenuta dalla Parola di Dio, da momenti di preghiera e/o dalla partecipazione alla Messa.

Il carcere è un contenitore di molti disagi e delle contraddizioni prodotte dalla società. Queste giovani cercano di creare con le detenute relazioni di vicinanza, di sostegno, di affetto semplice e sano. Viene proposto alle detenute uno spazio nel quale possono sperimentarsi in semplici attività vissute in un clima di collaborazione e scambio con le giovani. Tali attività, che si svolgono nel pomeriggio consistono in attività creative, ludiche, condivisione di esperienze.

Il tema dell’agosto 2014 è stato: “Vivi dentro l’incontro”.

Durante l’esperienza i giovani si sono trovate ad affrontare a viso aperto il dramma di alcune donne e questo è diventato prova e purificazione del modo di concepire la vita e di riscoprire la propria identità in modo diverso.

Questi giorni diventano per tutti un reciproco motivo di riconoscenza per la condivisione avvenuta e le giovani hanno fatto esperienza di Gesù: «ero in carcere e sei venuto a visitarmi».

COLLEGI UNIVERSITARI

La cura dei giovani (Suore di Maria Bambina • Venezia)

I collegi universitari sono un altro ambito nel quale la nostra comunità esprime la sua attenzione e cura per i giovani.

La realtà della pastorale universitaria veneziana ha una sua particolarità: essendo le sedi universitarie dislocate in tutta la città, il modo per realizzarla è promuovere e attivare nei collegi studenteschi percorsi che toccano vari settori: l’aspetto della preghiera, dell’arte e spiritualità, del servizio e della cultura. Gli agganci per raggiungere i giovani che, secondo papa Francesco sono «una periferia», sono gli stessi giovani che fungono da volano per altri, per coinvolgerli nelle iniziative e nei cammini di formazione.

Con un ascolto attento della realtà dei giovani, si è aperta una strada che forse porterà sviluppi più precisi nell’anno che sta per cominciare. Infatti lo scorso anno, in due collegi universitari, si sono svolti degli incontri sul tema «Ascoltarsi dentro per ritrovarsi», in collaborazione con laici preparati, incaricati di portare ai giovani e agli adulti il cammino degli Esercizi Ignaziani nella Vita Ordinaria (EVO). L’itinerario si è concretizzato in tre incontri che avevano l’obiettivo di aprire a un percorso spirituale attraverso la spiegazione di un dipinto con la metodologia di «Sentire l’Arte» – si ascoltano le proprie emozioni per poi inoltrarsi nel significato profondo dell’opera d’arte –.

Il primo incontro ha avuto un carattere d’introduzione e di conoscenza con la presentazione del dipinto del Giorgione “La tempesta”, e dava inizio ad un viaggio interiore che poi si sviluppava nella condivisione in coppie di quello che si era vissuto.

Il secondo incontro con il titolo “l’accompagnamento” è stato strutturato in diversi momenti, con la partecipazione diretta degli studenti. In apertura Laura D’Elia ha proposto un ascolto di musica classica con la risonanza delle emozioni, quindi l’osservazione guidata dell’opera giovanile del Tiziano «Tobiolo e l’Angelo». È seguito un tempo di riflessione e preghiera. I ragazzi hanno partecipato in prima persona e sono stati coinvolti organizzando e proponendo opere di loro creazione, come una poesia sullo “Stupore di fronte alla Bellezza”.

Il terzo incontro ha avuto come tema della serata: “Le mozioni spirituali” e sono stati numerosi gli studenti che si sono presentati all’appuntamento, circa una sessantina. Il momento è iniziato con l’accoglienza e l’introduzione al tema della direttrice del collegio, poi con l’aiuto di una musicologa e musico-terapista – che ha fatto ascoltare due brani musicali – si è entrati nel clima adatto ad osservare l’opera del Tintoretto ”San Marco salva un saraceno”. La conversazione della guida spirituale EVO sul metodo di ascolto delle proprie mozioni e sul significato che esse rivestono nella nostra vita, ha concluso la serata e ha portato i giovani alla consapevolezza che dentro ciascuno di noi è presente un Maestro Interiore, una coscienza, una Luce che ci indica il cammino e ci orienta verso ciò che è bene per noi.

La partecipazione dei giovani, considerata anche la particolarità del percorso, ha raggiunto una sessantina di ragazzi che si sono lasciati condurre in questo cammino. Gli incontri si sono svolti all’interno di una casa studentesca. Questa esperienza ha fatto comprendere quanto sia necessario per i giovani un ascolto del loro mondo interiore e quanto siano interessati a viverlo e a conoscerlo.

Riflessioni conclusive e prospettive

La testimonianza di queste esperienze è un piccolo segno della presenza religiosa del nostro Istituto nel territorio di Venezia. Vuole essere anche un contributo e un richiamo per la vita religiosa dentro la realtà ecclesiale per una pastorale che forma i giovani alla conoscenza di sé stessi e li educa alla gratuità della carità.

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