rassegna stampa

Una miniera di “buone pratiche” per costruire insieme

di M. Michela Nicolais

A Milano s’impara “cosa significa volersi bene nelle differenze” tra cristiani e musulmani. A Venezia si chiamano a raccolta i giovani proponendo loro esperienze di servizio in carcere. A Perugia si sperimenta lo stile della “tenerezza” per accogliere le famiglie in difficoltà. A Cosenza si parte con l’unità di strada per offrire sostegno ai senza dimora. E poi Brescia, Treviso… Sono solo alcune iniziative “a campione” tratte dai circa 200 contributi (tra diocesi e associazioni) giunti fino ad ora dal territorio e messi a disposizione sul sito www.firenze2015.it per far circolare “buone pratiche” in vista del Convegno di Firenze. Un risultato è stato già raggiunto: lo schema classico del “vedere-giudicare-agire” è stato ribaltato. Si parte dall’agire, in attesa del “convenire”: una prima assoluta, per un Convegno ecclesiale decennale.

Famiglie in difficoltà. Una casa che diventa scuola, perché non fa differenza tra famiglie “normali” e famiglie in difficoltà. È il centro familiare Casa delle tenerezza, nato a Perugia come “comunità di fedeli e di condivisione tra sposi, coniugi soli, famiglie, laici, persone consacrate”. Un luogo polivalente per la famiglia: di spiritualità, prima di tutto, per aiutare le famiglie “a crescere nella consapevolezza della bellezza del mistero di comunione che incarnano”, ma anche di accompagnamento per coppie in difficoltà, “affinché tutti si sentano accolti dall’infinita paternità di Dio e dalla maternità della Chiesa”. In questo momento nella Casa vivono un sacerdote, nove coppie con trenta figli e due consacrate laiche. “Siamo Casa di tenerezza per divenire Scuola di tenerezza”: è questo il programma di vita della comunità, sia per coloro che la costituiscono come comunità stabile, sia per quanti la incontrano nel percorso della propria vita. Il progetto è quello di una “famiglia di famiglie”, comunità di vita e di servizio: ciascuna coppia o singolo è autonomo, anche economicamente, ma s’impegna a contribuire alla vita e alle attività della Casa con la decima del proprio stipendio e rendendosi disponibile al servizio del Centro. Un posto speciale è riservato ai coniugi in difficoltà: sposi in situazione irregolare, separati e risposati, genitori soli con i loro figli. Seimila colloqui personali con 600 persone in carico, 15 percorsi di gruppo con 150 persone riunite: sono i numeri del Consultorio diocesano di Brescia, nato sulla base delle precedenti esperienze dei Centri di ascolto e dei Centri di consulenza e oggi diventato un servizio accreditato con la regione Lombardia e convenzionato con la Asl locale. Al centro dell’azione di prevenzione e di sostegno delle fragilità, “l’uomo e la donna concreti, nei loro legami e relazioni”. A Treviso, la Caritas ha aperto un nuovo spazio di accoglienza nella Casa della Carità: si tratta di un servizio di emergenza per donne sole, senza casa, che offre ospitalità temporanea a 6-8 donne, fino ad un massimo di 12. L’ospitalità consiste, analogamente alla forma già avviata per l’accoglienza maschile, nell’offrire un mese, massimo due, in un luogo idoneo attrezzato la possibilità di pernottare e di fare la colazione. Dalle 8 alle 19 le ospiti restano fuori dalla struttura, ma per tutte è previsto un servizio di accompagnamento personalizzato, finalizzato a “definire un progetto per il futuro” tramite l’aiuto di operatori e volontari.

Giovani “a tre dimensioni”. La mensa dei poveri, il carcere, i collegi universitari: tre luoghi per incontrare quei giovani che vogliono spendere le loro energie a servizio di chi ha bisogno. Si gioca su questi tre fronti l’iniziativa portata avanti delle Suore di Maria Bambina a Venezia. Alla Mensa “San Martino” della Caritas veneziana i giovanissimi – ragazzi di terza media o adolescenti, accompagnati dai loro educatori e catechisti – la domenica mattina possono donare parte del loro tempo libero per servire i poveri a tavola. All’interno del carcere femminile “Giudecca”, invece, ci sono percorsi che coinvolgono giovani volontari dall’8 al 19 agosto di ogni anno: rinunciano a dieci giorni delle loro ferie per vivere nella condivisione e nella fraternità con le donne detenute del penitenziario, creando con loro “relazioni di vicinanza, di sostegno, di affetto semplice e sano”. Nei Collegi universitari, invece, i giovani ospiti possono godere d’incontri dal suggestivo titolo “Sentire l’Arte”. La “Tempesta” di Giorgione o “Tobia e l’angelo” del giovane Tiziano possono essere occasioni per “ascoltare il proprio Maestro interiore” e vivere lo stupore di fronte alla bellezza.

La strada e il dialogo. “Offrire uno spazio e un tempo ma anche un accompagnamento competente alla popolazione che vive l’esperienza della convivenza tra culture, religioni e provenienze differenti”: è l’obiettivo dell’équipe di dialogo interreligioso attiva presso la parrocchia san Galdino di Milano, dove cristiani e musulmani tentano di parlarsi e conoscersi più a fondo attraverso gli incontri formativi con specialisti, musulmani e cristiani, e le testimonianze dei residenti. Si chiama “unità di strada”, ed è un servizio che nell’area urbana di Cosenza ogni lunedì, mercoledì e venerdì sera va a cercare le persone senza dimora per un “faccia a faccia” che vuole offrire un sopporto e un orientamento. Si va da iniziative come “il servizio thè e biscotti” fino all’“accompagnamento”, che vede i volontari Caritas aiutare i senza fissa dimora a districarsi nella giungla dei servizi sul territorio. Infine il servizio “casi speciali”, in cui i volontari affiancano le persone ricoverate in ospedale.

Fonte: SIR – Servizio Informazione Religiosa (20 gennaio 2015)

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