rassegna stampa

Riflessioni per un nuovo “percorso antropologico”

La cultura ha un nome e un volto: Gesù di Nazaret. È questo l’identikit che emerge dalle varie esperienze presentate dalle diocesi italiane al prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Firenze. Se il rischio è sempre quello di perdersi in fuorvianti e sterili intellettualismi, il «nuovo umanesimo» culturale messo in campo dalle chiese locali si rivela spesso originale e anche molto concreto. Emblematico ad esempio è il «Padre nostro degli artisti» proposto dalla diocesi di Fabriano-Matelica. Dopo una serie di conferenze incentrate sulla preghiera di Cristo è stato chiesto a decine di pittori, scultori, fotografi e illustratori di darne anche una rappresentazione visiva. Un’iniziativa che ha coinvolto anche i non credenti in nome di un invito al confronto e al dialogo che contraddistingue tutte le esperienze diocesane da nord a sud della penisola.

Sulla scia infatti del Cortile dei Gentili, riproposto a Gorizia, anche il dibattito aperto in questi anni dagli universitari della Fuci nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro o il «Percorso UniVersus» di Catanzaro-Squillace, incontro a due voci tra teologi e studiosi di ogni disciplina. Un format ripreso anche dalla «Cattedra di dialogo tra le culture» lanciata da Ragusa che ha chiamato in causa genitori, docenti e protagonisti dei contesti educativi nell’ottica di una migliore conoscenza della propria identità e delle altre religioni. Proposte coraggiose e appassionate come le «Giornate dell’anima» promosse dall’ticidiocesi di Ancona-Osimoun percorso antropologico suggestivo che ha catturato l’interesse di giovani e lontani, sui segreti dell’interiorità dell’uomo, tra spiritualità e neuroscienza, sulle tracce di Colui che sa rispondere agli interrogativi più profondi.

da Avvenire, 7 giugno 2015

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